Jun 212008
 

Se vi dovessi spiegare il perchè di questa decisione, impiegherei tanto tempo… e forse vi annoierei un po’.
E’ da un po’ che mi rendo conto di vivere un periodo “non felice” per una serie di cose…. che mi porto dietro e che, alimentate da altre cose, fanno si che non riesca a vederne la fine. Per ora. La mia risposta standard a chi mi chiede come vada, ormai, è: “Mah.. insomma”. A chi non mi conosce, invece, rispondo: “Bene, ma potrebbe andare meglio”. Già… potrebbe…
Non so quanto tempo sarà necessario per sistemare le cose. Un giorno. Una settimana. Un mese. Un anno. Non lo so. Il blog resta qui, non ho scritto migliaia di post per cancellarli con un colpo di spugna, nè tantomeno toglierli dalla disponibilità di chi ha bisogno di informazioni (anche se ormai sono quasi due mesi che Google mi ignora). Non mi troverete su Twitter, Plurk, Facebook o altri social network… non per ora.

Chi mi è amico sa bene come trovarmi.. e per gli amici ci sarò sempre. A presto. Spero.
Un saluto. Giovanni.

Jun 212008
 

Oggi è il 21 giugno, giorno del Solstizio d’Estate (che in pratica corrisponde con il giorno più lungo dell’anno), e nella chiesa di San Leonardo di Siponto (in provincia di Foggia) è un "giorno particolare": alle ore 13.00, infatti (in corrispondenza appunto del mezzogiorno astronomico del solstizio d’estate, vista l’ora legale) è possibile assistere ad un particolare fenomeno: attraverso un foro praticato nella cupola della chiesa, un raggio penetra nella chiesa e va a posizionarsi in un punto preciso, corrispondente alla metà della distanza fra due pilastri.

Questo strumento astronomico (comune a tante altre chiese, come San Petronio a Bologna, Santa Maria degli Angeli a Roma o il Duomo di Milano) è reso ancora più particolare dalla modalità di costruzione scelta a suo tempo da chi la realizzò. Infatti:

…il misterioso esecutore del progetto ha, innanzi tutto, scelto il punto in cui dovesse cadere il raggio catturato (e non sappiamo quale criterio abbia seguito; potremo fare, in seguito, soltanto delle ipotesi), quindi ha individuato la direzione Sud (dove il sole passa a mezzogiorno) e infine, ha osservato quale altezza l’astro raggiungesse alla, sua culminazione massima dell’anno.
Quando perciò ha perforato la volta della chiesa si è regolato come ci regoliamo noi oggi puntando un telescopio verso una determinata stella, con la differenza che noi possiamo correggere la direzione, mentre il nostro bravo antenato dovette stare attento a forare con esattezza la volta per non finire in un punto diverso del cielo.
Il suo lavoro però è stato ancora più accurato perchè una volta realizzato il foro, lo ha diaframmato dalla parte interna con un delizioso rosoncino a undici raggi (guarda caso anche il rosone della cattedrale della vicina Troia ha undici raggi) affinché il raggio di sole non si disperdesse, ma giungesse concentrato sul pavimento, arricchito dai petali di luce filtrati attraverso il rosoncino.

Molto interessante, non vi pare?
… ed ovviamente non potevo perdere questa interessante occasione di fare qualche scatto con gli amici del gruppo "Foggia e dintorni" su Flickr… 😉

Vi lascio infine con un video, preso da YouTube, realizzato proprio in quest’occasione esattamente un anno fa.

Jun 162008
 

Quando ero "giovane" (ehi, non che ora sia vecchio, eh!) tenevo un diario cartaceo, come moltissime altre persone, suppongo…
Con il tempo questo diario si è arricchito di immagini… fogli… ricordi… ed oggi guardarlo è sia un piacere che un colpo al cuore… perchè in quelle righe a penna c’è parte del mio cuore di giovane 16-18 enne.
In seguito, da giovane geek, abbandonai il mio diario cartaceo (più per mancanza di voglia di iniziarne un’altro, esaurito lo spazio sul primo) e cominciai a scrivere i miei pensieri su dei file di Word… che dopo un paio di anni diventarono oltre 400…
Ma si sa… la vita cambia, gli impegni anche… ed il mio "diario" terminò un bel giorno di essere aggiornato.
Ora ci sono i blog, che non sono altro che un diario condiviso con il mondo, dove tutti possono aggiungere un pensiero alla vostra vita… ma il "diario" vero e proprio è quello che si tiene rigorosamente privato. 

penzu.gifPenzu non è altro che la versione online, riveduta e corretta, del vostro diario, accessibile da ogni computer collegato ad Internet.
E’ pensato per essere privato… e quello che scrivete è "for your eyes only". Caratterizzato da un’interfaccia splendida nella sua minimalità (un foglio bianco a righe), tutto quello che vi chiede è di cominciare a scrivere. Ovviamente per poter salvare le proprie pagine è necessario registrarsi… e facendolo si avrà a disposizione uno storico delle pagine scritte e salvate, che potrete modificare a vostro piacere ogni volta lo riteniate opportuno.

Clicca sull’immagine per ingrandirla

penzu_screen.jpg 

Quello che scrivete in Penzu viene salvato automaticamente ogni pochi secondi (o manualmente, se preferite.. ma non ce n’è davvero bisogno), potete inserire facilmente immagini che verranno visualizzate sul lato sinistro del vostro foglio… come delle note a margine.
Inoltre, con il pulsante "Share" presente nella parte superiore dell’interfaccia, è possibile condividere (se vi va) una pagina di Penzu con una o più persone, inviandogli un link a tale pagina via e-mail (anche in modo anonimo, il destinatario leggere quanto avete scritto ma non saprà mai chi c’è dietro quelle parole).

Semplicità è bellezza… e Penzu è semplice.
Probabilemente avrei apprezzato l’uso di protocolli sicuri per la trasmissione delle informazioni (beh, sicuramente non scriverete dati finanziari in Penzu, ma… i propri pensieri segreti hanno la stessa dignità dei dati più importanti), ma… vabbè… anche così è più che valido. 😉

Giudizio di Giovy: se volete tornare ad avere un vostro diario privato senza dover ricorrere a carta, lucchetti e nascondigli segreti… Penzu potrebbe essere l’occasione giusta per ricominciare… 🙂

Jun 112008
 

Conosco Sergio da diverso tempo (l’occasione è stato il MarCamp di oltre un anno fa), ed è uno dei blog che seguo quotidianamente.
… ed il suo post di qualche mese fa, in cui raccontava le sue disavventure con una ditta di arredamenti (la"Il Mosaico" di Castelbellino), mi era sembrato il classico posto che chiunque scriverebbe (avendo a disposizione un blog personale, ovviamente) per raccontare le sue disavventure a beneficio di chi lo legge (come del resto si fa spesso e come ho fatto anch’io tante volte).

Nei commenti c’è chi si è schierato PRO-Mosaico (compresi alcuni dipendenti) e chi invece "contro" perchè scontenti del trattamento ricevuto (ed anche qui tutto nella normalità). Peccato che… la normalità di un post personale di informazione (oltretutto MOLTO dettagliato e scritto con dati alla mano) sia terminata nel momento in cui ha commentato il sig. Andrea Rossetti, in qualità di amministratore della Mosaico – Sistemi di Arredamento S.r.l., scrivendo quanto segue:

Scrivo la presente in qualità di amministratore della Mosaico – Sistemi di Arredamento s.r.l.
Mi preme preavvertire che ritenendo il presente blog di carattere indiscutibilmente diffamatorio, ho presentato in data 14.05.2008 – per conto della società che rappresento – sia una querela alla Procura della Repubblica di Ancona nei confronti del sig. Sarnari, creatore dello stesso blog, sia un ricorso d’urgenza finalizzato alla richiesta di risarcimento danni nei confronti dello stesso Sig. Sarnari per un importo non inferiore a 400.000,00 euro, con fissazione della prima udienza per il 18.06 p.v.
Il procedimento civile per il risarcimento dei danni nei confronti del Sig. Sarnari per il risarcimento dei danni nella misura suindicata, o in quella maggiore che la prosecuzione temporale del blog comporterà, procederà poi il suo corso.
Consiglio a coloro che hanno intenzione di inserire sul presente blog notizie non veritiere e/o diffamatorie sulla società da me rappresentata di valutare l’opportunità di tale comportamento, rappresentando che le azioni giudiziarie sin d’ora promosse nei confronti del sig. Sarnari saranno estese a quanti concorreranno a tale fattispecie criminosa e/o civilmente illecita.
Con i migliori saluti.
Rossetti Andrea

Si… avete letto bene (purtroppo).
L’amministratore di Mosaico, invece di fare pubblica ammenda per i disagi a cui hanno sottoposto un loro cliente e cercare di recuperare un rapporto di fiducia che si era incrinato per colpa loro, cosa fa? Ritiene che il post sia "indiscutibilmente diffamatorio" e querela Sergio, chiedendo 400.000 (leggasi: quattrocentomila) euro di danni!

Cioè… rendetevi bene conto dell’assurdità della cosa!!! 400mila euro di danni per un post dove di diffamatorio (contro il buon senso, ovviamente) c’è solo il commento del sig. Rossetti.
Partendo dal presupposto che sono fermamente convinto (e come me tanti altri amici con cui ho avuto modo di parlare di questa questione) che il post di Sergio NON è il alcun modo diffamatorio, in quanto narrazione oggettiva di fatti realmente accaduti (e documentati dal previdente Sergio), sono a dir poco indignato per il comportamento del sig. Rossetti, che così facendo mostra una scarsa (o nulla) conoscenda delle dinamiche della rete (e non parlo dell’aspetto giudiziario in quanto non mi compete). Come scrive Antonio in uno dei miglior post sull’argomento, è questo il modo di "dialogare in rete" (ricordiamoci il "i mercati sono conversazioni" del Clue Train Manifesto parlando del nuovo web dove gli utenti sono parte "attiva", il web 2.0 dei blog e degli UGC) di chi pensa che la rete sia come la propria bottega.

Eh no, gentile (si fa per dire) sig. Rossetti… in "rete" se si commette un’errore, lo si paga con la propria faccia. Ed ovviamente l’errore non è nello specifico l’aver offerto un pessimo servizio al sig. Sarnari, ma l’aver sporto una querela che costerà alla sua azienda molto, molto, molto di più che se avesse detto "Mi scusi, ha ragione, provvediamo subito a sistemare la cosa, scusandoci del disagio provocatole". In quel caso le sarebbe "costato" una mensola e una lettera di scuse ma avrebbe guadagnato MOLTISSIMO in termini di immagine. La querela (oltre a costarle tanto di avvocati, e già questo è un pessimo affare economico) le costerà uno sproposito in termini di immagine… perchè sono sicuro (e mi creda, io in rete ci sono da anni) che si continuerà a parlare MOLTO di questa storia

Intanto, Marco ha scritto una lettera a nome dei blogger italiani (che io ho sottoscritto insieme a tanti altri blogger) dove si chiede a Mosaico Arredamenti di ritirare la denuncia. Se fossi l’amministratore di Mosaico e mi stessi informando di quello che succede in rete sulla questione, coglierei al volo questa "ancora di salvezza", ritirando la denuncia e salvando in parte la faccia. Altrimenti… "chi è causa del suo mal, pianga se stesso".

Esprimo quindi solidarietà incondizionata a Sergio ed invito tutti a farsi sentire, scrivendo sulla questione e firmando la lettera di Marco.

Jun 072008
 

twitter.pngTwitter is dying?

L’interrogativo non è mio (anche se lo condivido in pieno), ma è quello che si stanno chiedendo diversi autorevoli personaggi del web.
Ho parlato di Twitter e dell’inaffidabilità del suo servizio solo due settimane fa (o poco più), ma da allora alcune cose sono cambiate, è innegabile.

Più di una volta mi sono trovato a chiedere in Twitter: "Ehi, ma che fine avete fatto tutti?". Altri hanno chiesto la stessa cosa, trovandosi in diversi momenti a vedere due twit a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro, cosa che "in tempi normali" sarebbe inconcepibile.
Nel frattempo, è entrato in campo Plurk, e sono sicuro di non sbagliare affatto se dico che nell’ultima settimana è stato MOLTO più utilizzato di Twitter (se qualcuno ha voglia di smentirmi, si faccia avanti).

Duncan Riley (ex Techcrunch) ha scritto ieri sul suo nuovo The Inquisitr: "Twitter has jumped the shark". Ne cito un passaggio interessante:

I soon realized that Twitter users were a dedicated, loyal bunch who would stick with the service no matter what. But even this dedicated loyalty had a limit, and suddenly it seems that at long last people have had enough and are either abandoning Twitter or like me, spending less time on it

Mmm… quindi non sono l’unico ad aver notato che è in corso un certo abbandono da parte della "fedele user base" di Twitter. Ma andiamo avanti…
Dave Winer (Scripting News… il padre dei blog, chi non lo conosce?) ha scritto ieri: "Plan B". Cito:

Now we’re going the other way. When I log onto Twitter these days, it’s empty, quiet, a ghost town.
People wondered what would replace it. It’s becoming clear the answer to that is the worst possible one — nothing. The energy of Twitter is evaporating. Which is terrible, because it replaced decentralized systems built around our blogs, which are now quiet, they sleep with Twitter. It was a bad deal.

Mmm al quadrato… definire Twitter "a ghost town" è abbastanza significativo…
E per finire, c’è anche chi ci va giù duro, come Rafe Needleman (Webware), che ha scritto: "A proposal for Twitter: Shut it down". Cito anche qui:

I believe Twitter is bleeding users. Every time Twitter users go to Twitter.com or to their Twitter app and they see the "Fail Whale," an error message, or just a non-responsive site, they’re that much less likely to come back the next time. Instead, they’re going to FriendFeed, Jaiku, Pownce, or even the whacked-out Plurk.
Until the Twitter team can get the service working again for good, here’s what they should strongly consider: Close the site. Take it offline. Put plywood over the doors and windows, as it were, with a big "We’re remodeling!" sign on the front. Ask users if they want to be e-mailed when the site reopens for business and don’t send that e-mail until the thing is fixed. Really fixed. Then have a grand reopening party.

Mmm al cubo… chiudere Twitter per lavori?
Non condivido, in questo caso, l’idea di Rafe… per il semplice motivo che chiudere Twitter "adesso" significherebbe condannarlo a morte.
Che moltissimi utenti lo stiano usando meno è un dato di fatto… così come è un dato di fatto che altrettanti utenti stiano iniziando ad utilizzare servizi alternativi (in tre giorni ho raggiunto 238 utenti che seguo su Plurk, contro i 312 di Twitter, che uso dall’inizio… tirate voi le somme). Se chiudessero per manutenzione (anche solo una settimana), al ritorno troverebbero certamente ancora utenti pronti ad utilizzarli, ma sarebbero enormemente in meno.

Sicuramente io continuerò ad utilizzare Twitter e personalmente lo preferisco ancora a Plurk (troppo dispersivo per i miei gusti), anche se devo ammettere che ci provo "meno gusto di prima" a farlo, semplicemente perchè… NON FUNZIONA!
Aprire l’interfaccia web e trovare la balena in volo con gli uccellini… o il messaggio di "Over Capacity", o Twhirl che non si aggiorna a causa dei limiti imposti alle API… E’ frustrante, e quando si perde il divertimento, il gioco viene presto a noia. Di contro, Plurk sta facendo divertire TANTO gli utenti, e ci sono persone che stanno inviando molti più aggiornamenti su Plurk che su Twitter (su, siate sinceri… non si può parlare più di "febbre da lancio").
E personalmente SONO SICURO che se Plurk tirasse fuori delle API pubbliche e si realizzasse un client in Adobe AIR che rendesse l’utilizzo di Plurk più "efficace", Twitter se la passerebbe DAVVERO male… più di come se la sta passando adesso…

In definitiva: Twitter sta morendo? Cosa ne pensate?

Jun 062008
 

gmail_logo.gifA volte le novità che Google introduce sui suoi servizi sono molto interessanti… altre volte sono addirittura "fondamentali"… altre volte invece mi lasciano perplesso.
Una di queste è Gmail Labs, di cui è possibile leggere diffusamente in questo post di Techcrunch.

Cos’è Gmail Labs?
In estrema sintesi: è la possibilità, aperta a tutti (anche se io non ancora riesco ad accedere a questa "novità") di provare in anteprima nuove funzioni per Gmail, create dagli ingegneri di Google nel loro "20% libero" (Google lascia a tutti i suoi dipendenti la possibilità di utilizzare il 20% del loro tempo per sviluppare in proprio nuove idee, nuovi servizi, nuove funzionalità).

Date un’occhiata alle due screenshot sotto (ovviamente ingranditele cliccandoci su):

gmail_labs1.png   gmail_labs2.png

Cosa mi lascia perplesso? E’ semplice: molte di queste funzionalità sono assolutamente INUTILI.
Che utilità potrebbe avere, infatti, attivare la funzione "Old Snakey" per giocare a Snake in Gmail? Mah…

Inoltre: alcune di queste nuove funzionalità sono davvero molto interessanti. Ma come dice Google stessa: "…. queste feature potrebbero modificarsi o sparire in qualunque momento".
Cioè… mi fate giocare con una nuova feature che trovo fantastica… e poi me la togliete di colpo? Eh no, cavoli… potrei incazzarmi, in questo caso!
Quindi… PERSONALMENTE non attiverò nessuna funzione di Gmail Labs, e se vorrò nuove funzioni le aggiungerò con uno degli innumerevoli script di Greasemonkey creati per Gmail (e che NON spariscono all’improvviso)

Jun 042008
 

plurkfa9.pngPlurk… non mi ci dovevo far tirare dentro… lo sapevo! 😛

La colpa è di Maxime, che approfittando di uno dei tanti down di Twitter, ci ha introdotti a quella che è diventata una vera e propria mania. Come un fiume in piena, Plurk è dilagato fra i miei contatti di Twitter, ed al momento ne conto già oltre 120… 😛

Ma cos’è Plurk?
Maxime stesso lo definisce "Twitter all’ennesima potenza". Ed è vero. E’ una specie di Twitter anabolizzato, dove su una timeline inversa (che scorre da destra verso sinistra) vengono postati i vostri "plurk" (massimo 140 caratteri, come Twitter) che però sono dei veri e propri thread che possono ricevere risposte, in cui si possono inglobare video e foto ecc… Se volete una tabella comparativa, invece, Catepol ne ha pubblicata una.

Lo scopo di questo post NON è darvi una spiegazione tecnica del servizio (dato che in tanti ne hanno parlato), quanto spingervi a NON iscrivervi, perchè Plurk è talmente "divertente" da essere dannoso per la vostra produttività. Il modo in cui viene aggiornata la timeline, le continue risposte ed i nuovi plurk… sigh… rischiate di perderci davvero la giornata… 😀

Personalmente lo apro SOLO quando ho davvero un po’ di tempo libero e vi invito a fare altrettanto. Se poi volete essere così "pazzi" da seguirmi in questo delirio di massa… buon divertimento ed in bocca a Plurk!! 🙂