May 192011
 

Ultimamente ha fatto parecchio scalpore “l’affaire Dropbox” (mirabilmente riassunto da Ernesto in questo post).
Partendo dal presupposto che archiviare nella nuvola (il tanto discusso “Cloud”) file riservati è spesso una cattiva idea (per motivi di privacy, sicurezza ecc.) e passando per le recenti vicissitudini di Dropbox, ho pensato di condividere con voi come mi sono regolato IO per quanto riguarda i miei files (beh, del resto in passato ho parlato spesso e volentieri di storage e backup online ecc.).

Vi confesso sinceramente che ho abbandonato Dropbox come storage dei miei files da diversi mesi, un po’ perchè troppo “limitato” rispetto alle mie esigenze, un po’ perchè sono sempre alla ricerca della soluzione migliore, che faccia quello che voglio io e come voglio io.

Piccola premessa: la soluzione che vi propongo oggi NON è a costo zero; il servizio in se ha un costo davvero modesto (3 dollari al mese), a cui vanno però aggiunti i costi di storage su Amazon S3 (che dipendono da quanto spazio utilizzate). Inoltre, richiede un minimo di dimestichezza informatica (ovvero: NON è come Dropbox, che basta installarlo per vederlo funzionare al meglio).  I vantaggi di utilizzare una soluzione del genere, però, sono diversi:

  1. Persistenza del dato: i file sono conservati su Amazon S3 (anche Dropbox usa questa piattaforma per lo storage) ed al netto di catastrofi in Amazon (tutto può succedere, eh…), difficilmente perderete dei dati
  2. Sicurezza del dato: i file possono essere crittografati (AES a 256 bit) prima che vengano inviati su Amazon S3; questo fa si che solo voi possiate leggere i vosti files
  3. Sicurezza nella trasmissione: la trasmissione dei files è SEMPRE crittografata, indipendentemente dalla vostra decisione di crittografare o meno gli stessi

Vediamo quindi nel dettaglio di cosa si sta parlando: Jungle Disk Desktop Edition.

Benchè esista anche una versione di Jungle Disk che offre solo la funzione di backup (Jungle Disk Simply Backup, costo 2 dollari al mese) io vi parlerò della versione Desktop perchè è quella che offre maggiori servizi per un prezzo leggermente più alto (3 dollari al mese). Cosa offre quindi Jungle Disk Desktop Edition (anche rispetto alla versione Simply Backup):

  • client per Windows, Mac OS X e Linux
  • possibilità di effettuare il backup (con relativo restore in caso di problemi) continuo dei vostri files (feature presente anche per la soluzione Simply Backup)
  • possibilità di mappare lo storage online come se fosse un drive di rete
  • possibilità di sincronizzare una o più cartelle fra i vostri diversi computer (esattamente come Dropbox)
  • supporto per il versioning dei file
  • accesso tramite interfaccia web (come in Dropbox)
  • possibilità di condividere files e cartelle (come in Dropbox)

Perchè Jungle Disk Desktop possa funzionare, è necessario che abbiate già disponibile uno storage online a scelta fra i due supportati: Amazon S3 e Rackspace Cloud Files.
Io sono un utente Amazon S3 da quasi due anni (e ne ho parlato diffusamente in questo post) e non conosco nello specifico la soluzione di Rackspace, ma vedendo le caratteristiche mi sembrano molto simili. Tenete presente che il pricing di questi servizi dipende da quanta roba ci mettete su: se avete necessità di backuppare decine di GB, probabilmente ci sono servizi più adatti (per una scelta ponderata, potete dare un’occhiata a quest’articolo che ne mette a paragone alcuni).

Come funziona “tecnicamente” Jungle Disk Desktop?
E’ semplice: appena installato il client e configurato per l’accesso al vostro storage (che dovrete già avere, eh!), avrete la possibilità di impostare sia il backup, che il mapping come unità disco locale, che la sincronizzazione di una o più cartelle. Queste scelte potete effettuarle sia sui dischi online già presenti nel vostro storage, sia creandone uno ex novo dal client  di Jungle Disk. Creando un disco apposito per l’utilizzo di Jungle Disk avrete la possibilità di utilizzare TUTTE le feature a vostra disposizione (rinunciando alla compatibilità con altri client), mentre usando un disco già presente alcune feature (come la sincronizzazione o la crittografia) non saranno disponibili. Va da se che è possibile effettuare scelte multiple, come ho fatto io:

  • i backup vanno su un bucket di Amazon S3 già esistente (backup.giovannibarbieri), configurato in modalità COMPATIBILE: questo significa che i file salvati dal client di Jungle Disk saranno immagazzinati utilizzando le caratteristiche di Amazon S3 e saranno accessibili anche da altri client (come S3 Browser e CloudBerry Explorer per Windows e 3Hub per Mac OS X)
  • per la sincronizzazione fra i miei vari computer e l’hosting dei miei file, c’è un bucket apposito (jungleclients), configurato in modalità Jungle Disk 2.0: questo significa che i file salvati da Jungle Disk in quel bucket sono immagazzinati secondo un protocollo proprietario. NON sono accessibili da client di terze parti, ma sono sincronizzati fra i miei computer e sopratutto sono criptati (AES a 256 Bit). Questo significa che nè Amazon nè Jungle Disk hanno modo di accedere al contenuto dei files (a differenza di Dropbox, che criptava i file ma con chiavi proprie, riservandosi quindi la possibilità di accedervi a proprio piacimento). Si perde un po’ di compatibilità ma si guadagna senza dubbio in sicurezza (è comunque possibile accedere a quei files da qualunque computer nel mondo usando l’interfaccia web o il client usb portable di Jungle Disk).

Ovviamente Jungle Disk ha anche un client per iPhone, quindi posso accedere ai miei files (a TUTTI i files, sia quelli presenti nei vari bucket  di Amazon S3 sia a quelli criptati presenti nel disco dedicato) anche in mobilità.

Una nota sulla Privacy Policy di Jungle Disk: “Jungle Disk will never view the files that you upload, download or store using our service. We also do not monitor or disclose any information regarding your specific files and data without your permission, except in accordance with this policy and our terms of service”.

Giudizio di Giovy: se le recenti implicazioni sulla privacy di Dropbox vi hanno turbato (e vi capirei benissimo, hanno dato fastidio anche a me) e state cercando qualcosa di altrettanto funzionale, Jungle Disk potrebbe essere l’alternativa da prendere in considerazione. Come avrete notato, richiede una minima dimestichezza con il mondo dello storage online (e questo potrebbe limitarne l’adozione) e sopratutto non è gratuito ma… dategli un’occhiata. 🙂

Jan 092010
 

Gmail. Facebook. Twitter. FriendFeed. Flickr… e chissà quanti altri servizi web utilizzate quotidianamente.
Su ognuno di questi servizi, sono presenti vostri contenuti (testo, audio, video, foto….) e molto probabilmente vorreste evitarne la perdita, accidentale o meno. Beh… ora avete una possibilità in più per salvaguardare i dati della vostra vita online.

backupify_logoBackupify è un interessante servizio web che  si occupa di effettuare automaticamente il backup della vostra “vita online”, ovvero dei vari servizi che possono contenere vostri dati.

Ovviamente non sono supportati al momento tutti i servizi del mondo, ma alcuni fra i più noti (Facebook, Twitter, FriendFeed, Flickr, Gmail, Hotmail, Delicious, Photobucket, Zoho, WordPress, Blogger… per fare qualche esempio).

Il backup dei vostri dati viene effettuato con cadenza a vostra scelta (giornaliera o settimanale) e lo storage viene effettuato su Amazon S3 (di cui vi ho parlato poco tempo fa). Molto interessante è la possibilità di utilizzare un proprio account Amazon S3, cosa che vi permette di avere il pieno possesso anche dei vostri dati (ed opportunità di cui ho subito approfittato, ovviamente); in tal modo potrete definire un bucket che riceverà i vostri backup (suddivisi in cartelle singole, una per ogni servizio).

L’utilizzo è semplicissimo: ci si registra, si autorizzano i vari servizi di cui si vuole effettuare il backup (con procedure diverse a seconda del servizio) e… si aspetta che Backupify faccia il suo lavoro! 🙂
Successivamente sarà possibile accedere ai file backuppati dalla propria area utente sul sito di Backupify, se si vuole controllarli/salvarli in locale; se avete scelto di ospitare i vostri backup sul vostro Amazon S3, beh… li avete già lì! 🙂

backupify_s3

ATTENZIONE: se ospitate sul vostro S3 i vostri dati, tenete sempre presente che andrete a pagare di tasca vostra la “comodità” di avere questi dati (mentre se scegliete di affidarvi totalmente a Backupify, non dovrete sostenere alcun costo).

Backupify ha in programma di supportare altri servizi in futuro (YouTube, Tumblr ecc).

Il servizio è gratuito (e resterà gratuito) per tutti quelli che si registrano fino al 31 gennaio, quindi se vi interessa, approfittatene subito!

Giudizio di Giovy: molto interessante ed utile, senza dubbio. Con il crescente aumento della propria “presenza online”, avere la possibilità di salvaguardare tali dati è essenziale, non solo per una questione di sicurezza derivante da possibili perdite di dati, ma anche per mettersi al sicuro da eventuali “chiusure” di tali servizi (ok, è improbabile che Facebook o Flickr chiudano, ma un giorno potrebbero cambiare le proprie policy di utilizzo e voi potreste decidere di non voler più utilizzare questi servizi; beh… almeno avreste i vostri dati già esportati ed al sicuro).

Nov 162009
 

Solo qualche giorno fa vi ho parlato di alcune soluzioni di storage e backup, omettendo deliberatamente quella di cui vi parlerò oggi: Amazon S3 (dove “S3” sta per Simple Storage Service).

Il termine “simple”, però, potrebbe trarre in inganno; Amazon S3 NON è una classica soluzione di storage online come quelle che vi ho presentato e proprio per questo motivo non l’ho inclusa in quella comparativa.

Quali sono quindi le peculiarità che rendono Amazon S3 così “diverso”?

Iniziamo dal pricing model: con Amazon S3 pagate solo quello che consumate (e “come” lo consumate, e “dove” lo consumate”). I vostri files possono risiedere (a vostra scelta) su server negli USA o in Europa. Se decidete di dargli residenza europea, pagate di più (0.150$ per GB negli USA, 0.180$ per GB in Europa).

Si paga anche tutto il data transfer (0.100$ per GB in upload, 0.170 per GB in download).

Inoltre, pagate le richieste di accesso ai vostri file: 0.001$ ogni 1000 PUT, COPY, POST o LIST e 0.01$ ogni 10000 GET; lo so, suona strano… ma proprio perchè Amazon S3 è orientato all’utilizzo integrato a servizi web.

Infine, potete creare ACLs sui vostri file o sui vostri bucket, permettendo l’accesso selettivo.

In parole estremamente povere: create un servizio web e non volete sovraccaricare i vostri server con immagini o media? Usate S3 come deposito di questi file e sarà la vostra applicazione web ad interagire con S3 tramite le interfacce REST o SOAP (standard dei web services).  Ecco perchè si pagano anche tutte le richieste (più spazio/traffico/richieste genera la vostra applicazione, più pagate).

E’ però possibile utilizzare Amazon S3 “anche” come storage personale, a patto di aver compreso bene il meccanismo di pricing di cui sopra onde evitare spiacevoli conseguenze economiche; per farlo esistono dei client appositi (ne cito alcuni, probabilmente ce ne saranno anche altri che non conosco o non ho testato):

  • S3 Browser: disponibile per Windows, esiste una versione Free ed una PRO a pagamento (29.95$) con feature aggiuntive riguardanti la gestione delle ACLs. Interfaccia chiara e lineare, vi permette di utilizzare tutte le funzionalità di S3 in modo semplice, come se fosse un “normale” storage online.

s3_browser_main_window

  • CloudBerry S3 Explorer: disponibile per Windows, esiste una versione Free ed una PRO a pagamento (39.99$) con feature aggiuntive.  Una feature interessante della versione PRO di CloudBerry Explorer è la possibilità di criptare i files (che però poi dovranno essere scaricati/gestiti solo via CloudBerry Explorer PRO).

cloudberry_explorer_1

Se la vostra esigenza fosse quella di fare backup su Amazon S3, potete utilizzare:

  • CloudBerry Backup: disponibile per Windows esclusivamente a pagamento (29.99$), offre tutte le funzioni di backup/restore automatiche che un buon client dedicato dovrebbe avere, compreso versioning ed encryption dei file.
  • JungleDisk: disponibile per Windows, Mac e Linux esclusivamente a pagamento (2$ al mese), affianca al backup/restore automatico dei files (anche qui con supporto per versioning ed encryption) la possibilità di mappare il proprio spazio S3 come drive virtuale di rete.

jungledisk

Ma… come fare se si è in giro e non è possibile usare il client installato sul proprio computer? Utilizzando S3fm (gratuito) è possibile accedere al proprio account Amazon S3 da interfaccia web (Ajax-based), compiendo tutte le operazioni effettuabili da client (compresa la gestione delle ACLs).

E se ho solo con me il mio iPhone? Niente paura: con iS3Manager (è possibile accedere ai vostri bucket su S3 in lettura (scaricando e riproducendo audio e video, nei formati supportati dall’iPhone), creare bucket e gestirne le ACLs, inviare link ai file immagazzinati e… caricare direttamente dall’iPhone immagini e video (per i possessori di iPhone 3Gs).

ATTENZIONE: considerate che i client illustrati finora rendono solo “immediato” l’utilizzo di Amazon S3 ma restano validi i pricing illustrati finora. Se (per esempio) lanciate il vostro client e questo vi fa vedere una lista dei file contenuti nel vostro bucket, avrete effettuato una richiesta LIST. Se cambiate bucket e ne visualizzate il contenuto, effettuerete un’altra richiesta LIST. Se scaricate un file effettuerete una richiesta GET  e così via.

Quindi… se caricate 1000 files da uno dei client illustrati sopra, pagherete:

  • lo spazio occupato dai 1000 files
  • la banda occupata per caricare questi 1000 files
  • le 1000 richieste PUT
  • le eventuali richieste LIST

Tenetelo presente.

Considerazioni di Giovy: Amazon S3 è un’ottimo servizio dalle avanzate funzionalità; NON è destinato principalmente all’utente “casalingo” (che dovrebbe invece dare un’occhiata ai software illustrati qui o utilizzare JungleDisk, se proprio vuole avere i propri files su S3) ma se avete bisogno di caratteristiche avanzate (ed ANCHE di storage personale o di backup) è una soluzione da prendere in seria considerazione.

Ah, qualora ve lo chiedeste: SI, io utilizzo anche S3 come storage… e nell’articolo precedente, il pdf con la tabella comparativa è ospitato proprio su S3: http://blog.giovannibarbieri.s3.amazonaws.com/comparativa_storage_backup_online.pdf

Nov 022007
 

Stamattina, giorno "infausto" che cade in un lungo ponte e dove la maggior parte delle persone se ne starà a casa a crogiolarsi al caldo del loro piumone (mentre io sono al lavoro, tanto per cambiare), ne approfitto per segnalarvi un simpatico servizio che a qualcuno potrà sicuramente essere utile.

music-alerts-logo Music-Alerts è una nuova web application rivolta agli appassionati di musica, che ha come unica funzione quella di fornire un feed RSS che avvisa il suo sottoscrittore dell’uscita di nuovi album musicali da parte degli artisti che si vuol seguire.

In pratica: andate sul sito di Music-Alerts, scrivete la vostra lista di artisti preferiti, superate il controllo antispam rispondendo al quiz matematico e… sottoscrivete il feed che vi verrà fornito nel vostro feed reader; appena uno degli artisti che avete indicato tirerà fuori un nuovo album (e questo verrà venduto su Amazon, che viene interrogato via API da Music-Alerts), il vostro feed ve lo segnalerà. 😛
Non è richiesta alcuna registrazione, nessun dato personale e tutto avviene facilmente e velocemente. Lo svantaggio di non avere un processo di registrazione consiste però nel non poter modificare la propria "wish-list", il che obbliga a ri-creare un nuovo feed ogni volta che si vuole aggiungere un nuovo artista (anche se in futuro prevedono la possibilità di poter modificare tale lista).

Giudizio di Giovy: simpatica applicazione, utile per chi è sempre alla ricerca dell’ "ultimo album" di questo o quell’artista; il fatto di utilizzare i feed RSS per fornire gli avvisi è interessante, ma si potrebbe affiancarlo alla possibilità di ricevere la stessa segnalazione anche via mail (non tutti hanno familiarità con i feed, purtroppo) 🙂

May 242007
 

anobii_logo.gifSe siete un Twitters (o anche un lettore assiduo di blog) sicuramente avrete già sentito parlare di questo nuovo servizio Web 2.0 in termini entusiastici; persone che si esprimevano con espressioni del tipo: "è coinvolgente… se ne entrate, non ne uscirete più" e cose del genere. Sulle prime sono rimasto un po’ perplesso, ma oggi ho letto l’ottima recensione dei Googlisti e… beh, ho deciso di dare un’occhiata ad aNobii.

Cos’è aNobii?
E’ il vostro scaffale dei libri online, in chiave sociale.
NON vi parlerò dell’aspetto tecnico del servizio, di AJAX o cose del genere… per queste cose potete far riferimento all’articolo dei Googlisti.
Io vi parlerò della mia "esperienza d’uso", in questo caso. Dopo essermi registrato (serve solo una mail ed un nome), è possibile iniziare da subito ad inserire i vostri libri. Se conoscete il codice ISBN (quel codice numerico che indica in maniera univoca ogni libro) inserire il vostro libro in aNobii è di una semplicità disarmante; dovete solo darlo in pasto al sistema e tutte le informazioni del libro verranno automaticamente recuperate da Internet. Se non avete l’ISBN, potete provare a fare una ricerca per titolo, se il libro è stato già inserito da qualcuno lo troverete di sicuro… altrimenti vi tocca inserirne i dati a manina… 😛
I libri inseriti in aNobii possono essere taggati ed è possibile decidere se rendere il libro disponibile per lo scambio o per la vendita, aggiungendo eventualmente un prezzo. Possono essere inserite informazioni sullo stato di lettura del libro, delle note, un voto… insomma, potete gestire ogni aspetto della lettura "ordinata".

Ma, schedatura dei libri a parte, è l’aspetto sociale di aNobii a renderlo eccezionale; ad esempio, dopo aver inserito il libro di Sergio Maistrello "La parte abitata della rete" sono venuto immediatamente a conoscenza che ci sono altre 12 persone ad avere lo stesso libro. Scorrendo la lista trovo tanti amici (Estragon, Antonio Sofi, Gaspar, catepol, Philapple…) e posso decidere di andare a dare un’occhiata alle loro librerie, aggiungerli come amici (a proposito, vi arriveranno le mie richieste di friendship) e scoprire tutti i libri in comune. Se ci sono libri interessanti, posso aggiungerli alla mia "lista dei desideri", ed eventualmente acquistarli in futuro…
A proposito: se vi va, date un’occhiata alla mia libreria (che sto ancora popolando).

In definitiva, aNobii farà tornare a molti la voglia di leggere, e permetterà a chi legge tanto di leggere ancora di più, conoscendo libri ed autori nuovi… 😛
Un consiglio: è vero, una volta che iniziate a girare per aNobii, assicuratevi di avere del tempo libero, potreste non uscirne tanto presto… 😛