Nov 162009
 

Solo qualche giorno fa vi ho parlato di alcune soluzioni di storage e backup, omettendo deliberatamente quella di cui vi parlerò oggi: Amazon S3 (dove “S3” sta per Simple Storage Service).

Il termine “simple”, però, potrebbe trarre in inganno; Amazon S3 NON è una classica soluzione di storage online come quelle che vi ho presentato e proprio per questo motivo non l’ho inclusa in quella comparativa.

Quali sono quindi le peculiarità che rendono Amazon S3 così “diverso”?

Iniziamo dal pricing model: con Amazon S3 pagate solo quello che consumate (e “come” lo consumate, e “dove” lo consumate”). I vostri files possono risiedere (a vostra scelta) su server negli USA o in Europa. Se decidete di dargli residenza europea, pagate di più (0.150$ per GB negli USA, 0.180$ per GB in Europa).

Si paga anche tutto il data transfer (0.100$ per GB in upload, 0.170 per GB in download).

Inoltre, pagate le richieste di accesso ai vostri file: 0.001$ ogni 1000 PUT, COPY, POST o LIST e 0.01$ ogni 10000 GET; lo so, suona strano… ma proprio perchè Amazon S3 è orientato all’utilizzo integrato a servizi web.

Infine, potete creare ACLs sui vostri file o sui vostri bucket, permettendo l’accesso selettivo.

In parole estremamente povere: create un servizio web e non volete sovraccaricare i vostri server con immagini o media? Usate S3 come deposito di questi file e sarà la vostra applicazione web ad interagire con S3 tramite le interfacce REST o SOAP (standard dei web services).  Ecco perchè si pagano anche tutte le richieste (più spazio/traffico/richieste genera la vostra applicazione, più pagate).

E’ però possibile utilizzare Amazon S3 “anche” come storage personale, a patto di aver compreso bene il meccanismo di pricing di cui sopra onde evitare spiacevoli conseguenze economiche; per farlo esistono dei client appositi (ne cito alcuni, probabilmente ce ne saranno anche altri che non conosco o non ho testato):

  • S3 Browser: disponibile per Windows, esiste una versione Free ed una PRO a pagamento (29.95$) con feature aggiuntive riguardanti la gestione delle ACLs. Interfaccia chiara e lineare, vi permette di utilizzare tutte le funzionalità di S3 in modo semplice, come se fosse un “normale” storage online.

s3_browser_main_window

  • CloudBerry S3 Explorer: disponibile per Windows, esiste una versione Free ed una PRO a pagamento (39.99$) con feature aggiuntive.  Una feature interessante della versione PRO di CloudBerry Explorer è la possibilità di criptare i files (che però poi dovranno essere scaricati/gestiti solo via CloudBerry Explorer PRO).

cloudberry_explorer_1

Se la vostra esigenza fosse quella di fare backup su Amazon S3, potete utilizzare:

  • CloudBerry Backup: disponibile per Windows esclusivamente a pagamento (29.99$), offre tutte le funzioni di backup/restore automatiche che un buon client dedicato dovrebbe avere, compreso versioning ed encryption dei file.
  • JungleDisk: disponibile per Windows, Mac e Linux esclusivamente a pagamento (2$ al mese), affianca al backup/restore automatico dei files (anche qui con supporto per versioning ed encryption) la possibilità di mappare il proprio spazio S3 come drive virtuale di rete.

jungledisk

Ma… come fare se si è in giro e non è possibile usare il client installato sul proprio computer? Utilizzando S3fm (gratuito) è possibile accedere al proprio account Amazon S3 da interfaccia web (Ajax-based), compiendo tutte le operazioni effettuabili da client (compresa la gestione delle ACLs).

E se ho solo con me il mio iPhone? Niente paura: con iS3Manager (è possibile accedere ai vostri bucket su S3 in lettura (scaricando e riproducendo audio e video, nei formati supportati dall’iPhone), creare bucket e gestirne le ACLs, inviare link ai file immagazzinati e… caricare direttamente dall’iPhone immagini e video (per i possessori di iPhone 3Gs).

ATTENZIONE: considerate che i client illustrati finora rendono solo “immediato” l’utilizzo di Amazon S3 ma restano validi i pricing illustrati finora. Se (per esempio) lanciate il vostro client e questo vi fa vedere una lista dei file contenuti nel vostro bucket, avrete effettuato una richiesta LIST. Se cambiate bucket e ne visualizzate il contenuto, effettuerete un’altra richiesta LIST. Se scaricate un file effettuerete una richiesta GET  e così via.

Quindi… se caricate 1000 files da uno dei client illustrati sopra, pagherete:

  • lo spazio occupato dai 1000 files
  • la banda occupata per caricare questi 1000 files
  • le 1000 richieste PUT
  • le eventuali richieste LIST

Tenetelo presente.

Considerazioni di Giovy: Amazon S3 è un’ottimo servizio dalle avanzate funzionalità; NON è destinato principalmente all’utente “casalingo” (che dovrebbe invece dare un’occhiata ai software illustrati qui o utilizzare JungleDisk, se proprio vuole avere i propri files su S3) ma se avete bisogno di caratteristiche avanzate (ed ANCHE di storage personale o di backup) è una soluzione da prendere in seria considerazione.

Ah, qualora ve lo chiedeste: SI, io utilizzo anche S3 come storage… e nell’articolo precedente, il pdf con la tabella comparativa è ospitato proprio su S3: http://blog.giovannibarbieri.s3.amazonaws.com/comparativa_storage_backup_online.pdf

Nov 122009
 

Mi è capitato diverse volte di parlare, in questo blog, di storage online e backup online; proprio per questo ricevo spesso richieste di consigli al riguardo, che assolvo sempre volentieri, forte dell’esperienza accumulata negli anni. Per rendere più agevole la scelta di una soluzione piuttosto che un’altra in base alle proprie esigenze, ho pensato di riepilogare in questo post quelle che sono AL MOMENTO le migliori soluzioni di storage online e backup online.

Per facilitare la comparazione, ho creato un documento in PDF che potete scaricare qui. Vi invito a fare riferimento a questo post per il dettaglio delle caratteristiche indicate con l’asterisco.

ATTENZIONE: storage online E’ DIVERSO da backup online!

Storage Online

Dropbox: www.dropbox.com

Spazio gratuito: SI (2 GB + altri 3 GB tramite referral)
Spazio a pagamento: SI (Pro 50: 9.99$ al mese per 50GB, Pro 100: 19.99$ al mese per 100 GB)
Limite dimensione file: NO via client (300 MB per file via Web upload)
Client installabile: SI (per Windows, Mac OS X e Linux)
Sincronizzazione cartelle su disco: SI
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history: SI (30 giorni, con opzione a pagamento per undo illimitato)
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: SI
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: SI

DivShare: www.divshare.com

Spazio gratuito: SI (5 GB)
Spazio a pagamento: SI (Personal: 25 GB per 19.99$ l’anno, Professional: 100 GB per 71.40$ l’anno, ProfessionalPlus: 100 GB con limiti maggiori in download per 179.40$ l’anno)
Limite dimensione file: SI, 200 MB (2 GB per piani a pagamento)
Client installabile: NO
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history: NO
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO
WebDAV: NO
FTP: NO (Si per i piani a pagamento)
iPhone App: NO

SkyDrive: skydrive.live.com

Spazio gratuito: SI (25 GB)
Spazio a pagamento: NO
Limite dimensione file: SI, 50 MB
Client installabile: SI (per Windows)
Sincronizzazione cartelle su disco: SI
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history: NO
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: NO

Box.net: www.box.net

Spazio gratuito: SI (1 GB)
Spazio a pagamento: SI (Individual: 9.95$ al mese per 5GB, Business: 15$ utente/mese per 10 GB)
Limite dimensione file: SI, 25 MB (1 GB per i piani a pagamento)
Client installabile: NO
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Version history: NO (5 versioni per il piano a pagamento Individual)
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: SI
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: SI

LiveDrive: www.livedrive.com

Spazio gratuito: NO
Spazio a pagamento: SI (Standard: 44.95 euro l’anno per 100 GB, PRO: 99.95 euro l’anno per spazio illimitato)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: SI (per Windows)
Sincronizzazione cartelle su disco: NO (SI solo nella versione PRO)
Mapping spazio disco come unità di rete: SI
Revision history: SI (30 giorni, con opzione a pagamento per undo illimitato)
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: SI
WebDAV: NO
FTP: SI
iPhone App: NO

ZumoDrive: www.zumodrive.com

Spazio gratuito: SI (1 GB)
Spazio a pagamento: SI (10 GB per 2.99$ al mese, 25 GB per 6.99$ al mese, 50 GB per 11.99$ al mese, 100 GB per 19.99$ al mese, 200 GB per 37.99$ al mese, 500 GB per 79.99$ al mese)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: SI (per Windows, Mac OS X e Linux)
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: SI
Revision history: SI
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: SI
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: SI

ADrive: www.adrive.com

Spazio gratuito: SI (50 GB)
Spazio a pagamento: SI (Signature: 50 GB per 69.50$ l’anno, Premium da 100 GB a 1 TB, a partire da 139.50$ l’anno)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: NO (SI per piani Signature e Premium a pagamento, per Windows)
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history:NO (SI per piani Signature e Premium a pagamento)
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO
WebDAV: NO (SI per piani Signature e Premium a pagamento
FTP: NO (SI per piani Signature e Premium a pagamento
iPhone App: NO

Botte di Ferro: www.bottediferro.com

Spazio gratuito: SI (1 GB)
Spazio a pagamento: SI (Business, 199,50 € per 15 GB)
Limite dimensione file: SI  (500 MB via client)
Client installabile: SI (per Windows)
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history: NO
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: NO

MegaUpload: www.megaupload.com

Spazio gratuito: SI (200 GB)
Spazio a pagamento: SI (Premium con spazio illimitato: 59.99 € per 1 anno, 79.99 € per 2 anni, 199.99 € a vita)
Limite dimensione file: SI, 2 GB (Premium illimitato)
Client installabile: SI (per Windows)
Sincronizzazione cartelle su disco: NO
Mapping spazio disco come unità di rete: NO
Revision history: NO
File sharing: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO
WebDAV: NO
FTP: NO
iPhone App: NO

Backup Online

Mozy: mozy.com

Spazio gratuito: SI (2 GB)
Spazio a pagamento: SI (Home: 54.95$ l’anno per spazio illimitato)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: SI (per Windows)
Sicurezza file: SI (criptati 448bit Blowfish)
Mapping Virtual Drive: SI
Backup automatico: SI
Backup file bloccati: NO
Backup drive di rete: NO
Backup drive esterni: SI
Revision history: SI
Point in time restore: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO

Carbonite: www.carbonite.com

Spazio gratuito: NO
Spazio a pagamento: SI (54.95$ l’anno per spazio illimitato)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: SI (per Windows e Mac OS X)
Sicurezza file: SI (448bit Blowfish e Triple DES)
Mapping Virtual Drive: SI
Backup automatico: SI
Backup file bloccati: NO
Backup drive di rete: NO
Backup drive esterni: NO
Revision history: SI (90 giorni)
Point in time restore: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO

IDrive: www.idrive.com

Spazio gratuito: SI (2 GB)
Spazio a pagamento: SI (Pro: 49.50$ all’anno per 150GB)
Limite dimensione file: NO
Client installabile: SI (per Windows e Mac OS X)
Sicurezza file: SI (criptati 256bit AES)
Mapping Virtual Drive: SI
Backup automatico: SI
Backup file bloccati: SI
Backup drive di rete: SI
Backup drive esterni: SI
Revision history: SI (30 versioni)
Point in time restore: SI
Web access: SI
Mobile web access: NO

Considerazioni di Giovy: come potete vedere, l’offerta è vasta ed ogni servizio ha caratteristiche diverse, valide per diversi scopi. Se avete bisogno di un servizio che vi sincronizzi i dati fra i vari computer, il mio consiglio è indubbiamente Dropbox. Se avete bisogno di tanto spazio per archiviare musica e video, sicuramente la soluzione migliore è MegaUpload (che, nella versione premium a vita, diventa particolarmente interessante come investimento “una tantum”). Per il backup la soluzione migliore è senza dubbio Mozy, seguita da IDrive (anche se quest’ultima ha caratteristiche più avanzate, l’infrastruttura di Mozy è migliore).

Nov 092009
 

Mi ricorderò, la prossima volta, di non chiedere consigli tecnici ad una PR Philips… 😛
Scherzo, ovviamente… ed anzi, ringrazio Caterina per avermi dato la possibilità (inaspettata) di provare questa nuova Wake-Up Light di Philips con dock per iPhone.

Tutto è nato quando le ho scritto per avere un consiglio “da esperta” (ovviamente, è il suo lavoro) su un prodotto Philips che volevo acquistare (un dock per iPhone). La risposta è stata negativa: “No, purtroppo l’iPhone non è supportato, solo iPod” e, vista la mia delusione, mi ha proposto di provare invece un prodotto che era da poco in commercio: la Wake-Up Light HF3490 con dock per iPhone. Beh, io cercavo un dock che mi permettesse di ascoltare la musica del mio iPhone, ricaricarlo mentre dormivo… quindi, ben venga questa Wake-Up Light (che, del resto, ha sempre esercitato su di me un discreto fascino).

Ma… cos’è la Wake-Up Light?

In estrema sintesi si potrebbe definire la Wake-Up Light come “il sole che vi sveglia al mattino”, anche se magari il sole vero e proprio deve ancora sorgere o c’è un cielo grigio e minaccioso; se programmate la sveglia alle 7.00 del mattino, laWake-Up Light inizierà ad illuminarsi gradualmente mezz’ora prima, arrivando a splendere alla massima luminosità (che potrete impostare facilmente) all’ora della sveglia, quando affiancherà alla luce la “suoneria” vera e propria, a scelta fra vari suoni della natura (io ho gli uccellini che cinguettano, davvero un risveglio piacevole), la vostra stazione radio preferita (la Wake-Up Light dispone di un sintonizzatore FM digitale incorporato) o la musica del vostro iPod/iPhone.

Pare infatti che svegliarsi con la luce del sole (anche simulata, come in questo caso) favorisca un risveglio più piacevole e meno “traumatico”; sarà vero? Beh, sono qui anche (e sopratutto, direi) per raccontarvi la mia esperienza del tutto personale a proposito. Proprio per chiarire meglio come funziona la Wake-Up Light, vi faccio vedere questo divertente video

Prima però soddisferò gli appassionati di tecnologia con qualche aspetto “tecnico”; la Wake-Up Light ha in dotazione una lampada (a risparmio energetico, mi preme ricordarlo) con un’intensita luminosa massima di 300 lux, che potete utilizzare anche come una classica “lampada da comodino”. L’intensità luminosa è regolabile e viene memorizzata ed usata anche per il vostro risveglio. Come già detto dispone di un sintonizzatore FM digitale integrato (con antenna a filo), un dock per iPod/iPhone (e vengono forniti anche tutti gli adattatori, in modo da alloggiare comodamente anche iPod nano o iPod Classic) ed un sistema audio integrato (che “suona” davvero bene, per essere una sveglia.. ma non è chiaramente un HI-FI!)

La mia “prova risveglio”

Premessa: ognuno ha caratteristiche del sonno e del risveglio proprie, quello che “va bene” per me potrebbe non andare bene per gli altri; conosco persone che ci mettono mezz’ora per svegliarsi, abusando diverse volte della funzione “snooze” della propria sveglia. Io invece sono l’esatto contrario: mi sveglio nel momento esatto in cui suona la sveglia e dopo 10 secondi circa mi alzo dal letto e sono all’80% del ritmo normale. Ah… sono un vampiro, e questo significa che la luce mi sveglia immediatamente.

Ad ogni modo, partendo dal giorno “infame” per eccellenza (il lunedì), ho messo alla prova la Wake-Up Light, intenzionato a sfruttare proprio la simulazione dell’alba ed i suoi benefici effetti.

Giorno 1: normalmente mi sveglio alle 6.45 circa, ed imposto la Wake-Up Light a quest’ora (con luce impostata per la massima luminosità). Alle 6.15 la Wake-Up Light inizia ad illuminarsi, ed io mi sveglio immediatamente. Mmm… no, è presto per svegliarmi, spengo la luce e attendo che suoni alle 6.45.
Giorno 2: alle 6.15 la Wake-Up Light inizia ad illuminarsi, alle 6.25 mi sveglio per la luce (ero girato dall’altra parte rispetto alla luce). No, è presto, spengo la luce ed attendo che suoni.
Giorno 3: provo a ridurre la luminosità massima alla metà, ottengo qualche risultato ma continuo a svegliarmi inesorabilmente prima dell’ora in cui dovrei svegliarmi realmente. Spengo la luce ed attengo il cinguettio degli uccellini.

Ho un “risveglio maledetto”, a volte basta un passo nel corridoio per svegliarmi… o il mio gatto che reclama la pappa alla mattina. Ma non demordo… riuscirò ad utilizzare la Wake-Up Light al meglio!

Giorno 4: imposto la sveglia alle 7.00, in modo che inizi ad illuminarsi alle 6.30. Alle 6.35 mi sveglio con la luce. Mmm… ci siamo quasi, direi.
Giorno 5: sveglia impostata alle 7.00, luminosità massima ridotta del 50%… sveglia alle 6.42. Gotcha, ce l’ho fatta! 🙂
Giorno 6: ok, trovata la regolazione perfetta… ora è la luce a svegliarmi… ma se non dovesse riuscirci, ci sono sempre gli uccellini pronti a cantare per me.
Giorno 7: sveglia disattivata, è domenica!!! 🙂

Va da se che, in una persona con un risveglio  “normale”, la Wake-Up Light funzionerebbe al meglio, svegliandola con il dolce suono degli uccellini (o della natura africana, o dei pan-flute… o con il giornale radio, anche se non penso sia il massimo) e facendogli aprire gli occhi con la luce alla luminosità impostata; solo così gli effetti della simulazione dell’alba sarebbero massimi. Beh, io ho dovuto “lavorarci su”, per coordinare la Wake-Up Light al mio risveglio… ma la possibilità di regolarne la luminosità serve proprio a questo.

Cosa mi piace della Wake-Up Light

Il design è moderno ma piacevole, e si adatta bene più o meno in ogni stanza da letto (beh, a meno che non abbiate una stanza da letto basata su mobili d’antiquariato, è ovvio!) 😛 La qualità audio è buona per una sveglia, è semplicissima da regolare (ci metterete circa un minuto d’orologio a farlo) ed utilizzare, adoro la possibilità di regolare la luminosità della luce: quando si deve leggere la si può tenere al massimo o quasi, tenendola al minimo invece diventa molto buona per smorzare il buio quando si guarda la televisione.

Cosa migliorerei della Wake-Up Light

Sono pignolo, ma un paio di cose le migliorerei (o meglio, mi piacerebbe che funzionassero diversamente da come sono attualmente):

  • inserendo l’iPhone nel dock, parte immediatamente la riproduzione della musica: perchè questa scelta??? Se inserisco l’iPhone nel dock, potrei volerlo solo ricaricare. Se voglio sentire la musica, la faccio partire manualmente! Attualmente invece ogni volta che inserisco l’iPhone nel dock, mi tocca aspettare che parta la musica e spegnerla manualmente.  No, non mi piace così.
  • volume separato per riproduzione audio e sveglia: attualmente il volume audio è unico. Questo significa che, se la sera prima avete ascoltato i Metallica a tutto volume, la mattina vi sveglierete con la musica (o i suoni della natura, o la radio) a tutto volume. Ok, il volume si alza gradualmente (per fortuna), ma spero che in questo caso abbiate un risveglio veloce, altrimenti sveglierete tutto il palazzo (che potrebbe non essere felice di ciò)
  • luminosità regolabile separatamente per luce da comodino e sveglia: come per l’audio, anche la luce ha un livello unico di luminosità impostabile. Questo significa che se la sera l’avete utilizzata a livello 5 (su 20) per guardare la televisione, la mattina vi sveglierete con un la luce a livello 5, perdendo quindi i benefici effetti della simulazione dell’alba.

Giudizio di Giovy: mi piace la Wake-Up Light, senza dubbio. E’ comoda come luce sul comodino, è comoda come sveglia (anzi, è ottima come sveglia, se si pensa a tutte le radiosveglie gracidanti che si trovano sui comodini degli italiani), è buona come riproduttore audio, è ottima come dock per iPhone. Se correggessero quelle due o tre cose che ho segnalato sopra (e che farò presenti direttamente a Philips) sarebbe perfetta.

Il prezzo: oscilla a seconda dei negozi da 140 a 160 euro. Se considerate tutto quello che fa non è un prezzo alto, ma… potrebbe scoraggiare più di qualcuno. Chiaramente se vi serve solo una radiosveglia (o un dock), non avrebbe senso… ma per godere degli effetti benefici della simulazione dell’alba beh… può starci anche una spesa di questo tipo.

Nov 042009
 

Alcuni anni fa (eh, come passa veloce il tempo) scrissi un veloce howto su come implementare un help desk in azienda, utilizzando una soluzione Open Source ma “poggiandola” su tecnologia Microsoft (IIS + SQL Server).

Oggi invece vi presento un’ottima soluzione Open Source che vi permetterà di implementare facilmente un helpdesk web based  “avanzato” in azienda, con funzioni di asset management, knowledge base e gestione amministrativa. E tutto su tecnologia WAMP (Windows, Apache, MySQL, Php) o LAMP (Linux, Apache, MySQL, Php).

Chiaramente la scelta della base su cui installare l’help desk dipende dalle vostre conoscenze tecnologiche:

  • Windows: ottime soluzioni WAMP sono WampserverXAMPP, che richiedono poca conoscenza sistemistica e vi permettono in pochi minuti di avere tutto funzionante
  • Linux: a seconda della distribuzione utilizzata, potreste già avere tutto integrato (es: installando Ubuntu Server è possibile scegliere di includere il pacchetto LAMP o installarlo a posteriori da apt) o doverlo installare a mano da repository o pacchetti precompilati. Ad ogni modo, XAMPP è disponibile anche per Linux.

Scelte ed installata la soluzione più adatta, potrete scaricare glpi, (Open Source, attualmente alla versione 0.72.3) che vi permetterà di avere in pochi minuti il vostro helpdesk.

Installazione

Semplicissima: dopo aver scaricato il pacchetto compresso, lo decomprimete e lo copiate nella directory del vostro webserver (che sia la root o una sottodirectory è ininfluente). Digitate nel browser web l’indirizzo del server/cartella dove è presente glpi ed il processo di installazione guidata partirà automaticamente. Verrà effettuato un controllo dei requisiti del server web e vi verranno chiesti i dati di login al database MySQL; se non avete ancora creato un database, verrà creato automaticamente  e dopo pochi secondi potrete loggarvi (user: glpi, password: glpi – ricordatevi di cambiarla) nella vostra installazione perfettamente funzionante.

Configurazione di base

La configurazione di base è semplice ma… a seconda delle vostre necessità, potrebbe richiedere un tempo abbastanza lungo per adattarla alla vostra realtà aziendale; glpi è una soluzione molto versatile che integra, insieme all’helpdesk, una soluzione di asset management con cui potrete gestire l’inventario hardware/software sia dal lato tecnico che amministrativo; proprio per questo potreste dover passare del tempo ad inserire le configurazioni delle vostre macchine, dei software utilizzati ecc.

Se avete un parco macchine particolarmente consistente e volete evitare di inserire tutto a mano, glpi si integra in modo nativo con OCS Inventory, soluzione Open Source  dedicata all’asset inventory and management.

Clicca sulle immagini per ingrandirle

inventory

Per la gestione degli utenti  glpi offre la possibilità di interfacciarsi con server LDAP/Active Directory (oltre che usare un proprio database interno, utile solo quando si ha a che fare con pochi utenti); personalmente l’ho configurato per accedere all’Active Directory aziendale (su Windows Server 2008) e sincronizzare in pochi secondi gli utenti, seguendo le istruzioni presenti sul Wiki di glpi; in seguito sarà possibile definire quelli che saranno gli utilizzatori (abilitati ad aprire ticket) ed i tecnici (abilitati a gestirli, smistarli e sopratutto lavorarli) 😉

Ricordatevi inoltre di definire anche uno o più ulteriori utenti “super-admin”, capaci di gestire e configurare glpi (non sarete mica sempre presenti voi in azienda, no?).

Inutile dirvi che svolge egregiamente le funzioni di helpdesk (perchè, in caso contrario, non ve l’avrei presentato), complete di possibilità di aggiungere commenti ai ticket via email, gestione agenda e prenotazione degli interventi, rubrica interna, gestione documenti e contratti…  insomma, tutto quello che potrebbe essere utile… e che mi obbligherà a dedicare a glpi diverse ore di lavoro nelle prossime settimane, spostandola su una macchina Linux e mettendola in produzione a livello aziendale 🙂

tracking

Utili anche le funzioni di reportistica integrate anche se, ad onor del vero, un po’ scarne e limitate ad aspetti che non tutti potrebbero trovare utili e/o interessanti.

Giudizio di Giovy: glpi è una soluzione stabile ed affidabile (e finalmente totalmente compatibile con Active Directory, in passato ho avuto diversi problemi a farla dialogare con server Windows 2003 o Windows 2008). Semplice da installare e gestire, richiede un po’ di tempo per la configurazione iniziale relativa alla propria realtà aziendale (che però viene fatta una tantum).

Sep 112009
 

Che le aziende ultimamente stiano puntando molto sui blogger è sotto gli occhi di tutti; sempre più di frequente, infatti, i blogger vengono “chiamati” per partecipare a panel su alcuni prodotti, test di nuovi servizi e manifestazioni. Accade a volte di partecipare addirittura a manifestazioni espressamente create e/o dedicate ai blogger. Così come è accaduto con la Consumer Lifestyle Conference di Philips, ho avuto la possibilità di partecipare ad un evento espressamente pensato per i blogger da uno dei big dell’elettronica di consumo, nel contesto di una delle più importanti fiere al mondo dedicate all’elettronica di consumo, appunto. Il “big” in questione è la coreana LG e la fiera che ha fatto da cornice all’evento è l’IFA di Berlino.

Full disclosure, come mia abitudine: la mia partecipazione all’evento è stata totalmente sponsorizzata da LG, in qualità di organizzatrice del Forum.

Questo è il primo dei due articoli che ho intenzione di dedicare all’evento: vi racconterò del lancio della “Borderless TV” di LG, del suo concetto e di come LG intende cambiare il modo di vedere la TV. Nel secondo post mi concentrerò invece su tutti gli altri prodotti che ho avuto modo di vedere e provare “in anteprima”, prima che la fiera aprisse al pubblico, supportato dai vari ingegneri e manager di LG per quanto riguarda le informazioni tecniche.

Vorrei (tempo permettendo) dedicare anche qualche riga al resto dell’IFA (che per motivi di tempo ho potuto girare solo di corsa), al “colore” ed all’aspetto turistico di Berlino, una città splendida che vale davvero la pena visitare come si deve (e che io purtroppo ho potuto intravedere per qualche ora durante il primo pomeriggio di permanenza).

Cosa ha quindi presentato LG di così interessante, all’IFA? Come vi ho anticipato, il “fulcro” dell’esperienza berlinese è stato il concetto di “Borderless TV”, concetto che sulle prima mi ha lasciato abbastanza spiazzato (come sono sicuro abbia lasciato spiazzati in tanti), ma che una volta compreso per quello che è (un “concept”, appunto) ha indubbiamente più senso.

Conferenza stampa di giovedì 3 settembre, alla presenza dei vari blogger invitati da tutta Europa e della stampa specializzata. Sala gremita, grossa attesa nell’aria, i CEO di LG salgono sul palco ed iniziano a parlare (coadiuvati da diversi video) del concetto di Borderless TV come della rivoluzione che renderà l’esperienza con questi dispositivi “borderless, seamless, limitless”. Per spiegare il borderless fanno vedere una TV totalmente borderless, ovvero senza la cornice nera che tutti siamo abituati a vedere, e dove l’immagine riempiva totalmente lo schermo! Wow, spettacolare davvero! Ma… nella sala della conferenza stampa di queste tv senza bordi non c’era traccia. Beh, saranno visibili allo stand, probabilmente. Si va avanti parlando del concetto di esperienza “seamless” (connettività senza limiti, grazie al ricevitore wireless incluso in alcuni modelli) e “limitless” (contenuti illimitati, accessibili in modalità broadband da Internet e da una moltitudine di altre fonti).

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Conferenza stampa di presentazione “Live ) Borderless” di LG

Secondo LG tutto questo dovrebbe rendere la propria esperienza “borderless”, e probabilmente sarà anche vero, ma… dov’è la TV senza bordi che avete fatto vedere negli spot? La risposta arriva alla fine della conferenza stampa (dopo che moltissimi giornalisti avevano già abbandonato la sala, e forse proprio per questo si sono persi una parte cruciale e fondamentale della conferenza): il “borderless”, allo stato attuale delle cose, è un concetto e non un prodotto esistente. Niente TV “totalmente senza cornice”, al massimo una TV dove la cornice è inclusa nello schermo ed è quindi “invisibile” a schermo spento, proprio perchè non in rilievo.

Sarò sincero (come è mio uso fare): un po’ ci sono rimasto male, sulle prime. Avevo pensato (come tutti) di vedere qualcosa di davvero rivoluzionario, per poi scoprire che ci vorranno ancora alcuni anni per avere un prodotto del genere realmente disponibile (perchè, oltre il concetto, è comunque quello il target di LG: riuscire a realizzare “materialmente” una TV senza cornice).

Grazie al supporto di Daniele di LG Blog e di Manuela e Lidia di LG Italia, i miei dubbi sul concetto di Borderless TV sono stati velocemente fugati, riuscendo a capire in pieno cosa intendeva proporre LG nella sua conferenza stampa. Ma… gli altri (giornalisti, magari non del settore hi tech) l’avranno capito? Mi sa di no, a giudicare da alcune cose che ho avuto modo di leggere sulla stampa generalista italiana.

Il mattino successivo si è tenuto il vero e proprio “Blogger Forum”, che ha visto riuniti allo stesso tavolo blogger provenienti da tutta Europa ed alcuni dei top manager LG, pronti a dare ogni genere di informazione tecnica e rispondere ad eventuali dubbi e domande.

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LG Blogger Forum

Si è parlato in maniera approfondita delle nuove tecnologie alla base della Borderless TV (una su tutte: la ICM Technology (Injection Compression Molding), che permette di avere TV più piatte e sottili, più trasparenti (con una miglior resa visiva, quindi) e più fredde (miglior dissipazione del calore prodotto dalle lampade dei display LED, che si traduce in un maggior risparmio energetico). Non ultimo vantaggio di questo nuovo processo produttivo è l’avere il bordo allo stesso livello dello schermo, ulteriore passo verso il Borderless vero e proprio.

A questo nuovo processo produttivo, impiegato sulle nuove SL8000 (LCD) e SL9000 (LED), si aggiungono feature tecnologiche presenti nei modelli di punta già in commercio, come il TrueMotion a 200MHz, lo Smart Energy Saving Plus, il Clear Voice II, il Bluetooth e la possibilità di visualizzare direttamente audio, foto e video (anche in HD) da periferiche USB 2.0 come pen drive o hard disk.

SL9000

LG SL9000

Un capitolo a parte è da dedicare invece a quella che sarà il fiore all’occhiello di LG, la LH9500; sarà infatti una delle due nuove TV ad introdurre un nuovo tipo di tecnologia LED chiamata Slim Direct-Type Led, che utilizzando una diversa disposizione dei punti luce (240 LED disposti sull’intero pannello, invece dei normali led disposti solo sui bordi), permetterà di avere un Dynamic Contrast Ratio di 5.000.000:1. Inoltre, sarà la prima TV di LG ad avere il ricevitore Wireless HD integrato (di cui ho parlato brevemente durante l’introduzione del concetto di Borderless TV).

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Slim Direct-Type Led display, retro del pannello (foto in esclusiva, direttamente dall’LG Blogger Forum)

Purtroppo non si conosce ancora la data di commercializzazione della LH9500, mentre la “sorella minore” LH9000 (priva del ricevitore Wireless HD) sarà disponibile insieme alla SL9000 a breve (settembre/ottobre).

Ci è stato anche dimostrato il funzionamento dell’Intelligent Sensor alla base dello Smart Energy Saving Plus, che regola automaticamente la retroilluminazione in base alla luce ambientale (non era una novità per me, dal momento che la 42LH5000 che ho avuto modo di testare e recensire personalmente in passato ne è già dotata) e dell’USB Navigator & Player.

A chiusura del Blogger Forum c’è stata una sessione di Q&A, diretta ai manager LG. Riporto alcune domande (con relative risposte) che mi sono sembrate più interessanti.

D: Quando sarà disponibile l’OLED TV da 15 pollici mostrato all’IFA?
R: Indicativamente verso novembre 2009 in Korea e prossimo anno in Europa

D: Il Wireless Media Box potrà inviare contenuti alla LH9500 da una stanza all’altra?
R: No, per permettere di fruire contenuti in HD con un flusso dati costante, al fine di fornire un’esperienza ottimale, è consigliabile avere il trasmettitore all’interno della stessa stanza

D: Quando pensate di rimuovere totalmente la cornice dai prodotti Borderless TV?
R: Al momento questa cornice è di 3.0 centrimetri, si punta di ridurla ad 1.5 centrimetri nel corso del prossimo anno, ma quando sparirà del tutto è un dato confidenziale (interessante risposta, la si potrebbe interpretare in tanti modi diversi)

D: Da quando sarà possibile inviare contenuti in Wireless HD da altri PC in una LAN?
R: Forse dal prossimo anno

Considerazioni di Giovy: l’evento in se è stato molto interessante, come lodevole l’iniziativa di LG di aprirsi ad un gruppo di blogger, portandoli a conoscere con mano i suoi prodotti e le ultime novità tecnologiche prodotte o in produzione. E’ stato bello vedere che la discussione era “two way” e non monodirezionale, come se fosse un grosso spot pubblicitario; esempio di questa bidirezionalità è stato l’appunto fatto da Fulvio (che insieme a me e Tommaso completava il terzetto di blogger provenienti dall’Italia) circa l’interfaccia del player USB implementato sulle tv LG, che non permetteva la visualizzazione completa dei titoli dei file, mediante scrolling o popup (ad esempio). Gli ingegneri LG ne sono rimasti colpiti ed in parte meravigliati di non averci pensato prima, e se nei prossimi firmware i titoli dei file saranno scrollabili, il merito sarà anche di Fulvio e della disponibilità di LG ad ascoltare questi “strani interlocutori” chiamati blogger.

Aug 312009
 

Che io sia innamorato del mio iPhone non è un mistero: è facile sentirmene parlare in toni entusiastici,  e come ho detto in passato penso di non cambiarlo mai più (se non per un altro iPhone tecnologicamente più avanzato, dove però tale differenza sia maggiore di quella che passa fra il mio 3G e l’attuale 3GS.

Una delle “lacune” di cui a volte sento la mancanza sull’iPhone è l’impossibilità di avere la mia posta su Gmail in modalità Push; chi ha necessità di raggiungermi velocemente via email ha il mio indirizzo di posta su MobileMe, che ovviamente proprio la modalità Push per la consegna, giungendo immediatamente sul mio iPhone. In teoria avrei potuto anche inoltrare tutta la posta di Gmail su questa casella per usufruire dello stesso sistema, ma gli svantaggi sono superiori ai vantaggi:

  • eventuali risposte arriverebbero dal mio indirizzo MobileMe, che invece non voglio rendere pubblico
  • Gmail è indubbiamente anni luce più avanzata della casella di posta offerta da Apple
  • avrei la posta desincronizzata fra i due account (ovvero: marcata come letta su MobileMe, mi resterebbe “unread” su Gmail)

Ci sono già applicazioni per iPhone che simulano il meccanismo di Push, inoltrando la posta su server di terze parti (soluzione questa che espone anche a dubbi sulla privacy), ma finalmente è da poco disponibile un’applicazione che rende disponibile in maniera quasi perfetta la posta di Gmail in modalità Push sull’iPhone…

gpushmail_logoG-Push Mail è un’applicazione per iPhone disponibile da pochissimo sull’AppStore (a 2.39 €, somma che include anche 1 mese di sottoscrizione al servizio) che, grazie alle Push Notification di Apple, permette di ricevere una notifica in tempo quasi reale delle email presenti nella vostra casella di posta Gmail.

Vediamo però nel dettaglio il semplice funzionamento di G-Push Mail.

Acquistata ed installata l’applicazione, alla prima esecuzione vi chiederà il login per la vostra casella Gmail: questi dati verranno criptati e conservati sui server che forniscono il servizio, hostati dalla piattaforma Amazon CloudFront; fornito il login, si riceverà la solita richiesta per abilitare l’applicazione ad utilizzare le Push Notification, che bisognerà (ovviamente) accettare. Da quel momento il server di G-Push Mail (e NON il vostro iPhone) stabilisce una connessione IMAP permanente in IDLE mode con la vostra mailbox (che dovrà avere l’accesso IMAP abilitato, chiaramente), permettendo di ricevere in tempo quasi reale una segnalazione  visiva ed acustica della presenza di nuove email); cliccando sull’icona del programma, si accederà alla versione ottimizzata di Gmail per iPhone racchiusa nell’applicazione G-Push Mail. In questo modo, la vostra posta resterà solo sui server di Gmail e non avrete bisogno di scaricarla tramite l’applicazione Mail dell’iPhone (opportunità comunque sempre disponibile).

Le screenshot sottostanti sono autoesplicative del funzionamento di G-Push Mail… ma le commenterò comunque per voi 😉

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In  questa screenshot è visibile l’icona di G-Push Mail con il badge che mostra il numero di email non lette presenti nella vostra Gmailbox; all’arrivo di una nuova mail, verrà riprodotto un suono a scelta (da impostare nelle preferenze del programma) ed apparirà il badge.

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La finestra principale di G-Push Mail altro non è che un wrapper della versione ottimizzata per iPhone di Gmail, a cui accederete direttamente, senza bisogno di loggarsi ulteriormente.

Il grosso vantaggio di questa soluzione è che si avranno sempre disponibile tutte le funzioni avanzata di Gmail come label, ricerca all’interno della propria mailbox ed accesso alla contact list, salvata sui server di Google.

ATTENZIONE: il sistema di Push Notification offerto da G-Push Mail non è gratuito; acquistando l’applicazione si riceve anche un mese di servizio incluso, alla scadenza del quale potrà essere rinnovato tramite l’acquisto InApp al costo di 1.59 € per tre mesi. Un anno di notifiche push viene a costare quindi 6.36 euro (un prezzo ridicolo, considerando l’utilità del servizio).

Giudizio di Giovy: sto usando da un paio di giorni G-Push Mail e ne sono pienamente soddisfatto: la notifica Push arriva nell’arco di tre o quattro secondi dalla ricezione della mail (a volte addirittura prima che appaia nella inbox sul web) ed ovviamente viene azzerata appena tutta la posta presente nella inbox viene letta. Il sistema al momento mi sembra molto stabile ed affidabile, e spero si mantenga tale anche quando il carico crescerà (appena l’applicazione diventerà più diffusa).

E’ un sistema “diverso” dalla vera e propria posta Push offerta (a pagamento) da Apple nel pacchetto MobileMe, ma è altrettanto funzionale. Il costo è accessibile a tutte le tasche e riuscendo a mantenere lo standard di servizio attuale, non c’è dubbio che continuerò ad utilizzarlo.

Inoltre, fra le funzioni previste per le prossime versioni c’è anche quella di anteprima del mittente/oggetto (attualmente non presente), possibilità prevista dagli avvisi dei servizi Push Notification di Apple e del tutto simile all’anteprima dei messaggi SMS che ricevete quotidianamente (e che incrementerà ulteriormente il valore del prodotto che vi ho presentato).

Aug 112009
 

Un paio di mesi fa scrissi un post su una simpatica applicazione per iPhone che, sfruttando il GPS integrato di quest’ultimo, permetteva di tracciare i percorsi effettuati e poi riportarli sul sito web EveryTrail. Utilizzandola in modo “massiccio”, però, i limiti dell’applicazione per iPhone sono venuti al pettine: la scarsa precisione del GPS integrato non permetteva letture corrette dei percorsi e sopratutto dell’altimetria, ad ogni chiamata o sms l’applicazione smetteva di registrare ecc.

Per ovviare quindi a questi problemi, ho acquistato un Garmin EDGE 205, ottimo ciclocomputer con GPS prodotto dalla nota azienda Garmin; una precisione molto maggiore sotto ogni punto di vista, possibilità di creare allenamenti virtuali e percorsi, integrazione con software stand-alone e servizi web… un gioiellino di cui sono contentissimo.

L’utilizzo immediato che ne ho fatto è stato quello di registrare i miei percorsi per:

  1. tracciarli su EveryTrail: grazie al Garmin Communicator Plugin, il sito web interagisce direttamente con l’Edge 205, permettendo di scaricare i percorsi senza dover utilizzare software di terze parti o passaggi intermedi; collegate l’Edge 205, andate in Crea Percorso ed il GPS verrà immediatamente riconosciuto ed utilizzato. Semplice ed immediato.
  2. analizzarli con SportTracks: usando questo software (gratuito) è possibile importare in modo nativo i dati dall’Edge 205 per tenere uno storico dei percorsi effettuati; così facendo potrete comparare, ad esempio, le vostre prestazioni in quel dato tratto in salita rispetto a sessioni precedenti, piuttosto che le medie di un percorso. Le potenzialità per chi si allena in modo “serio” sono infinite.

Scopo di questo post, però, è “andare oltre” e permettervi di utilizzare il Garmin Edge 205 come un vero e proprio navigatore satellitare per ciclisti, tenendo presente che NON stiamo parlando di un GPS grafico e cartografico come il TomTom che tutti conoscete; i percorsi creati per l’Edge 205 non sono altro che una “traccia”, una linea guida che dovrete seguire per compiere il percorso che avete creato; così facendo potrete disegnare a tavolino la “vostra” strada, scegliere dove passare e cosa vedere ed avere la certezza di non perdervi mai. 🙂

NOTA BENE: la procedura che segue può essere adattata (con qualche modifica) anche per tutti quei ciclocomputer dotati di GPS che permettano di caricare file in formato GPX; funziona invece senza modifiche per tutti i GPS Garmin appartenenti alle famiglie Edge e Forerunner.

Passi preliminari: cosa serve?
L’unico software necessario è TCX Converter (gratuito e disponibile per Windows, Mac OS X e Linux), oltre ad un browser web. Prima di iniziare, aggiungete al vostro browser web la bookmarklet che trovate in questa pagina: GMapToGPS; vi servirà per creare il file GPX da dare in pasto a TCX Converter. Se non l’avete ancora fatto, inoltre, dovrete installare il Garmin Communicator Plugin (Windows e Mac OS X only, purtroppo). Il non aver disponibile il Communicator Plugin per Linux vi renderà impossibile usare la funzione di upload diretto in TCX Converter.

Come procedere?
In realtà creare  percorsi per il vostro EDGE 205 (e trasferirli sullo stesso) è decisamente semplice, seguendo questi tre passi.

  • Andate su Gmaps Pedometer, impostate il sistema metrico, cliccate su Start Recording ed iniziate a disegnare il vostro percorso, facendo doppio click sui punti da marcare (il mio consiglio è di marcare almeno ogni incrocio). Quando sarete soddisfatti della distanza percorsa, cliccate sulla bookmarklet creata in precedenza e presente nella barra dei segnalibri del vostro browser. Si aprirà una schermata (vedi screenshot sotto) dove dovrete selezionare il codice XML presente, copiarlo negli appunti ed incollarlo in un normale file di testo, che però dovrà avere estensione .gpx (invece di .txt).

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  • Lanciate TCX Converter (installato in precedenza) e fategli importare il file GPX appena creato tramite la funzione File Import. Successivamente andate in Garmin Comm dove, grazie al Communicator Plugin, potrete caricare il file gpx appena elaborato tramite la funzione di Upload.
  • Se tutto è andato per il meglio, fra le Corse presenti nel vostro dispositivo, ci sarà quella che avete appena caricato (consiglio: date al file .gpx un nome breve e che inizi con il numero dei chilometri del percorso, del tipo: 25 Mass. Fortuna.gpx; così facendo, potrete scegliere velocemente un percorso in base a quanti chilometri vi sentite di fare) 🙂
  • Per cominciare a navigare la corsa, non dovrete far altro che scegliere Segui corsa del menù che apparirà premendo il tasto Mode. P.S. Dovete anche premere il pulsante Start, eh! 🙂

In questo modo, il vostro ciclocomputer diventa anche un ottimo navigatore satellitare, che vi guiderà lungo strade che non conoscete, alla scoperta di splendidi posti (e con quel pizzico di brivido dettato dal trovarsi, ad esempio, la strada improvvisamente interrotta da un ponte crollato, come è successo a me) 🙂