Jul 102007
 

Alcuni mesi fa vi parlai di Hey!Watch, un servizio web appena creato per la conversioni di audio/video in qualunque formato, che si integrava direttamente con le più diffuse piattaforme di online video, come YouTube e Google Video.
Dagli stessi creatori di Hey!Watch ho ricevuto in questi giorni due mail che mi avvisavano del lancio di due nuovi loro servizi, e gli ho dato un’occhiata (lo ammetto: ho scavalcato qualcun’altro che è ancora in attesa di recensione…) trovandoli "coerenti" a quello che era lo spirito (ed il target) di Hey!Watch… 😛

heycast_logo.pngLa prima applicazione che vi presento è Hey!Cast, e lo scopo di questo servizio Web 2.0 è semplice: dare la possibilità agli utenti registrati (è necessario registrarsi ad Hey!Watch per usare Hey!Cast) di creare facilmente dei video podcast, senza doversi preoccupare di embed, feed, codice, video ecc.

Effettuato l’accesso al vostro account, verrà creato automaticamente un primo feed di default (a cui, eventualmente, potrete aggiungerne quanti ne desiderate). Aggiungere video podcast a tale feed è semplicissimo: fornite l’url del video (può essere già presente su una delle piattaforme di online video, su un vostro sito web, su un server FTP o su Amazon/S3), date un titolo ed una descrizione al vostro contenuto e… avete fatto! 😛
Il vostro feed dedicato conterrà il video scelto, e sarà sicuramente compatibile con tutti i lettori di videopodcast esistenti (iTunes, Democracy ecc…).
Utilizzando servizi di storage diversi dalle piattaforme online (quindi FTP/Web/S3) sarà possibile avere più di cinque oggetti nel vostro feed, altrimenti si verrà limitati a tale numero.

Il servizio è davvero molto interessante per chi fosse interessato a produrre un videopodcast ma… ha un grosso limite: il videopodcast non può essere più lungo di un minuto (nella versione gratuita), ma è possibile acquistare "crediti" per avere videopodcast fino a 45 minuti.
Cosa se ne fa un utente di un videopodcast di un minuto? Avrei capito anche cinque minuti, ma un minuto è davvero poco ed insufficiente per gli usi più semplici, che non siano il giocare o fare test in attesa di produrre il proprio videopodcast in proprio. Speriamo che innalzino questo limite, altrimenti il servizio non decollerà mai.

heyspread_logo.pngIl secondo servizio di cui vi parlo gravita sempre intorno al mondo del video, e si chiama Hey!Spread.
Anche in questo caso lo scopo è semplice: fornire all’utente un punto di "upload" unico per diffondere i propri contenuti video online. Utilizzando infatti Hey!Spread per l’upload dei propri video, avrete la possibilità di inviarli contemporaneamente a diversi servizi di online video.
I servizi supportati al momento sono:

Ovviamente è necessario che abbiate un account su ogni servizio su cui sceglierete di inviare il vostro video.
Il funzionamento è semplice: dal vostro account su Hey!Spread inserite i dati di login alle diverse piattaforme, andate nel form di upload, riempite i campi canoni (titolo, descrizione, tag ecc.) ed inviate il vostro video (tenete presente le dimensioni o i tempi massimi delle piattaforme su cui volete che il vostro video venga pubblicato). Done! Il video verrà automaticamente replicato sulle piattaforme scelte.

Giudizio di Giovy: Hey!Cast, come ho detto, è un’applicazione web che ha un grosso potenziale e potrebbe permettere a tante persone di avvicinarsi al mondo dei video podcast, se non fosse per il ridicolo limite di 1 minuto imposto agli utenti "free". Hey!Spread invece è molto interessante ed utile a tutti quelli che quotidianamente diffondono contenuti video e devono perdere tempo e banda caricandoli singolarmente sui diversi servizi.

Jul 092007
 

Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana. Eccomi di ritorno dalla mia "piccola pausa", un po’ più rilassato e concentrato (spero) 😀
Qual è il modo migliore di cominciare la settimana se non presentarvi una bella applicazione Web 2.0 che possa aiutare voi (ed i vostri blog) a "farvi vedere" in rete?

Ogni giorno io (e molti di voi che mi leggete) scrivete sul vostro blog; i contenuti che producete resterebbero "solitari" se non ci fossero entità come Technorati (una delle tante) a catalogare (tramite tag) ed aggregare i vostri contenuti, rapportandoli a tutti gli altri blog della blogosfera. Ma… come fa Technorati ad essere informata del fatto che avete appena prodotto un nuovo contenuto? Semplice: è il vostro stesso blog che glielo dice.

Se usate WordPress (ma una funzione simile è presente in quasi tutte le piattaforme di blogging) c’è un’opzione apposita che vi permette di notificare (pingare, è il termine specifico) appositi servizi come Technorati, Google Blog Search, FeedBurner ecc.

Ma…. c’è una controindicazione; l’opzione "Servizi di aggiornamento" presente nel pannello di controllo di WordPress (Opzioni > Scrittura) ha il difetto di rallentare leggermente l’invio dei nuovi post che andate a pubblicare, con il solo servizio di aggiornamento impostato per default. Se avete personalizzato questa funzione, aggiungendo ulteriori servizi di aggiornamento, il rallentameno non solo diventa notevole, ma rischiate di andare in timeout durante la pubblicazione e… a volte di perdere il contenuto del vostro post.
A riprova di quanto vi sto dicendo posso portare la presenza di un apposito plugin di WordPress (chiamato No Ping Wait) che sposta il ping in un momento successivo al posting, velocizzando di molto l’invio ed evitando problemi di timeout.

Se invece non volete usare la funzione di WordPress, potete usare appositi servizi esterni da attivare "manualmente", oppure… usare Autopinger! 🙂

autopinger_logo.gifAutopinger è un servizio Web 2.0 che permette l’invio di ping di aggiornamento per blog e podcast verso una moltitudine di servizi dedicati, in maniera automatizzata ed invisibile.

Registrandosi gratuitamente si ha la possibilità di aggiungere il proprio blog (o i propri blog, se ne avete più di uno) al proprio account di Autopinger e far si che ogni 30 minuti il servizio verifichi la presenza di nuovi contenuti prodotti (siano essi nuovi post o nuovi podcast, il servizio funziona ugualmente bene per entrambi); qualora vengano trovati aggiornamenti, Autopinger invierà automaticamente una notifica ad oltre 50 servizi di aggiornamento sul Web, in modo da rendere il vostro contenuto "disponibile" per la ricerca, l’aggregazione e quanto altro.

Volendo potete anche personalizzare i servizi a cui inviare ping, o lasciare tutto in Auto-pilot (la funzione di default) dove il sistema si occupa di gestire tutto in maniera automatica. Inoltre, Autopinger mette a disposizione una serie di tool, come la possibilità generare un bottone per pingare manualmente Autopinger (qualora ne abbiate bisogno), visualizzare informazioni sui vostri blog (PageRank e Technorati Authorities) o Blog Worth (il presunto "valore di acquisizione" del proprio blog).

Giudizio di Giovy: Autopinger è un servizio decisamente utile, se si vuol svincolare la propria piattaforma dalla funzione di "invio ping", che come vi ho detto è onerosa sotto l’aspetto delle risorse utilizzate (inviare ping a più di 5 o 6 servizi, da WordPress, è impossibile). Inoltre, essendo un servizio "set it and forget it", una volta impostato non dovrete più perderci tempo. Provatelo e fatemi sapere… 😉

Jul 042007
 

Oh… ieri ho parlato "contro" l’iPhone… oggi parlerò "pro" Pownce e "contro" Twitter… 😛
No, scherzo… in realtà NON parlerò contro Twitter ma cercherò di argomentare quelli che sono i punti interessanti della discussione che si sta sviluppando proprio su Pownce tra i miei contatti.

pownce_logo.gifInnanzitutto: cos’è Pownce?
Pownce è una nuovissima (ha qualche giorno di vita) applicazione web 2.0 creata dal mitico Kevin Rose di digg.
Se il confronto parte con Twitter, è chiaro che si sta parlando dell’ennesimo esperimento "social-qualcosa" e Pownce ha diversi punti in comune con Twitter (a cominciare dall’interfaccia web, abbastanza simile) ma… ci sono contestualmente delle grosse differenze.

Vediamo prima i punti in comune con Twitter: con Pownce potete tenervi in contatto con i contatti (chiamati anche qui "friends") che andrete ad aggiungere alla vostra lista; in Pownce come in Twitter, quello che scrivete può essere letto da tutti i vostri friends. Fine delle cose in comune con Twitter.

Vediamo invece le differenze fra Pownce e Twitter:

  • in Pownce potete creare gruppi di friends (chiamati "sets")
  • in Pownce potete inviare un messaggio a tutta la vostra lista di amici, ad un gruppo o anche solo ad un singolo
  • in Pownce NON siete limitati a 140 caratteri per messaggio, come su Twitter
  • in Pownce potete inviare (oltre ai messaggi di testo) anche link, file o eventi
  • ogni messaggio/link/file/evento postato può ricevere una risposta diretta (che verrà visualizzata come un thread) sia da un altro utente che da voi stessi
  • Pownce dispone di un client proprio, realizzato utilizzando il framework AIR di Adobe (Twitter ha molti client per diverse piattaforme)
  • Pownce al momento non ha API aperte (limite di Pownce e punto a favore di Twitter)
  • Twitter è gratuito sempre per tutti, Pownce è gratuito ma sponsorizzato (con link fra un messaggio e l’altro) e dispone di un account PRO a pagamento con minori limiti e senza pubblicità

Possono in qualche modo "competere" direttamente, al momento? Secondo me si e no.
Twitter ha un grosso background, gli utenti registrati sono moltissimi ed è aperto a tutti. Pownce è nato da poco, è ad inviti, è ancora in Alpha, è potenzialmente instabile (io l’ho avuto "bloccato" per due giorni a causa di un friend che, non si sa come, bloccava tutto) e non ha API aperte.

… ma è decisamente più "potente" di Twitter!
La possibilità di mandare anche file è interessante, così come quella di poter creare piccoli gruppi di utenti (a cui inviare comunicazioni mirate).
Pensate ad esempio ai miei amici Twitter-birrari (Gioxx, Feba, Luca ecc); possono creare in Pownce un loro "set" con tutti i partecipanti alle Twitterbeer ed organizzarle senza dover "dar noia" a chi non è direttamente interessato.
Il limite dei 140 caratteri di Twitter può essere sia un pregio (comunicazione immediata, diretta, essenziale) che un limite, e Pownce permette entrambe le cose; volete scrivere un messaggio di 10 caratteri? Fatelo! Volete scrivere un piccolo post o argomentare in maniera compiuta circa un argomenti di discussione? Potete farlo!

Volete inviare un file a qualcuno? Con Pownce potete farlo in maniera diretta, con Twitter dovete caricare il file su un fileserver esterno, creare un link ed eventualmente accorciarlo con TinyURL, postarlo in pubblico e magari metterlo a disposizione anche di persone a cui non interessa o non vorreste darlo.

In definitiva, Pownce ha (a parer mio) tutti i pregi per diventare in futuro l’anti-Twitter per eccellenza, e sono sicuro che se Twitter non correrà presto ai ripari (integrando nuove funzioni o fornendo ulteriore stabilità al suo servizio), all’ennesimo fermo macchina in cui al posto della proprio homepage su Twitter apparirà il famoso gattino… beh, molti utenti migreranno a Pownce e, dopo averlo provato, non torneranno più indietro.
Se poi aprirà le sua API, permettendo la creazione di client alternativi o servizi di terze parti… beh, ci sarà poco da fare per il social network che cinguetta.

Jul 022007
 

Eccomi qui, lunedì mattina al lavoro, rosso come un peperone causa mattina al mare ieri (oh, un’ora e mezza al sole, non di più) e con una stanchezza accumulata nel week-end che non smaltirò prima di domenica prossima.
Ma… la stanchezza non è l’unica cosa che mi sono portato dietro 😛

Con me, infatti, c’è ancora il ricordo (e le sensazioni) del bellissimo venerdì vissuto in quel di Sant’Agata sui Due Golfi, al Ristorante "Don Alfonso 1890" in occasione dell’evento organizzato da San Lorenzo e chiamato "Il Vino Lo Portiamo Noi".

Cos’è "Il Vino Lo Portiamo Noi"?
L’idea alla base dell’iniziativa è semplice: San Lorenzo offre la possibilità, a sue spese, ad un gruppo di fortunati estratti a sorte di pranzare (o cenare, dipende dai casi) in alcuni dei migliori ristoranti d’Italia.
Prima tappa di IVLPN è stato appunto Don Alfonso 1890, dove il sottoscritto (in qualità di fotografo ufficiale) accompagnato da Mia, ha avuto la possibilità di partecipare all’evento in compagnia di Antonio Tombolini, Sara, Caterina e Michelangelo, Marzia, Chiara, Eugenio, Angie, Pippo, nonchè la Direzione Generale della San Lorenzo (la lista dei partecipanti è clamorosamente copiaincollata dal post di catepol).

Ristorante, cibi e vini: Don Alfonso 1890 è uno dei posti più belli in cui abbia avuto la fortuna di pranzare (e questo potrete vederlo dalle numerosissime foto che ho fatto), con una cantina a dir poco da infarto (per un sommelier come me, vedere bottiglie da qualche migliaio di euro è estremamente interessante) ed una cucina pulitissima ed organizzatissima, dove cuochi ed aiutanti lavorano insieme per creare dei piatti eccezionali.
"Maestro di cucina" (definirlo cuoco potrebbe essere riduttivo, IMHO) in questo caso era Ernesto Iaccarino, figlio (d’arte) di Don Alfonso Iaccarino. Insieme al fratello Mario (in sala)  ed alla mamma (che si occupa della parte amministrativa) portano avanti questa perla di arte culinaria italiana. I piatti che preparano (date un’occhiata al menù di venerdì) sono di quelli che certamente non scorderete presto. L’abbinamento con i vini San Lorenzo (ottimi), curato dal sommelier Maurizio (che ci ha fatto anche da guida nel suo regno, la cantina) è stato perfetto e non scorderò facilmente il "Riso carnaroli al latte di mandorla con crostacei, spinaci selvatici e pepe bianco" abbinato ad un Moscato d’Asti docg 2006; un piatto dalla forte componente dolce, abbinato ad un vino altrettanto dolce… meraviglioso, davvero! I vini di San Lorenzo messi in campo per questo evento erano ottimi (non è piaggeria nè una marchetta gratuita, tutti conoscete San Lorenzo e sapete che non ne ha bisogno), ed erano il complemento ideale dei piatti proposti.
Beh… inutile dirvi che in cantina da Don Alfonso hanno bottiglie di tutt’altro peso, ma… sono dell’idea (e l’ho detto in più di un’occasione, anche durante il mio Vino 3.0 ad Ancona) che non necessariamente una bottiglia deve costare un patrimonio per essere buona.

Le persone: non posso non ringraziare in primis Antonio, che ha pensato a me per "farmi rubare qualche scatto" delle persone e dei luoghi coinvolti nell’evento. Inoltre, è stato un piacere conoscere finalmente catepol con consorte, Sara, Pippo, il patron di San Lorenzo Massimo e tutti gli altri (non me ne vogliate se non vi cito nuovamente tutti). Il gruppo è stato molto affiatato sin dall’inizio, a tavola si è commentato con piacere tutto il pranzo (con interessanti dissertazioni enogastronomiche e non solo) ed anche dopo si è avuto modo di fare una bella passeggiata insieme, che ha dato vita alla "foto di gruppo" che potete vedere nel fotoset dedicato su Flickr.

Il posto: Sant’Agata sui Due Golfi è un paesino molto carino, arroccato su una montagna che sovrasta appunto i due golfi (quello di Napoli e quello di Salerno). Ricco di verde, non presenta il caos (ed il degrado, vero, che ho visto nell’hinterland napoletano) che mi ha lasciato veramente l’amaro in bocca, attraversando diversi paesini per arrivare in quella piccola oasi.

Concludendo: una giornata fantastica, non ci sono altre parole. Se ne avete la possibilità (fare qualche centinaio di chilometri solo per andare a pranzo non sempre è possibile, lo so), tentate la sorte per il prossimo evento, che si terrà il 20 luglio al Symposium 4 Stagioni.

Risorse: