Mar 122007
 

impiccato_turbau.jpgAlcuni giorni fa l’ufficio stampa di Castelvecchi Editore mi ha gentilmente inviato (e li ringrazio) un pre-print dell’ultimo libro di Imma Turbau, giovane scrittrice catalana che non conoscevo). Ignoro come mai l’abbiano inviato a me (come a Massimo Mantellini e probabilmente qualcun’altro), ma da appassionato lettore di libri ho molto gradito e domenica l’ho dedicata alla lettura di questo breve (sono poco più di 100 pagine) libro, che troverete in libreria entro marzo.
Premetto: NON mi hanno chiesto di parlarne (anche se probabilmente hanno dato per scontato che lo facessi), ma così come ho recensito diversi libri letti in passato, mi accingerò a dire la mia anche in questo caso.

Il gioco dell’impiccato è un libro che probabilmente mi sarebbe passato inosservato, vuoi per il nome della scrittrice (che non conoscevo) vuoi per la forma (un romanzo breve, normalmente acquisto libri "consistenti" da leggere in alcuni giorni).
Allo stesso modo si discosta dal genere che normalmente acquisto (thriller) e proprio per questo mi ci sono accostato con un po’ di scetticismo (la narrativa che parla dei giovani mi fa tanto "Melissa P", ma fortunatamente non è questo il caso). 🙂

Il gioco dell’impiccato narra la storia di due giovani, Sandra e David; lei è una ragazza della periferia di Girona, lui un "ragazzo difficile" che si trova a condividere con Sandra prima l’amicizia e poi un rapporto che diviene sempre più esclusivo e morboso.
A complicare la vita di Sandra (già difficile, fra un rapporto conflittuale con i genitori e l’amicizia con David) un episodio agghiacciante, di quelli capaci di segnarti la vita… e che alla fine lascerà dei segni in entrambi, portando a….
… non ve lo dico, per non rovinarvi il gusto di leggere il libro.

Le mie considerazioni: il libro mi è piaciuto. Molto. E’ scritto con uno stile che apprezzo, scorrevole, asciutto ed essenziale ma al tempo stesso diretto come un pugno in faccia nel raccontare la violenza quotidiana che permea l’esistenza della "gente de toda la vita", come vengono chiamate le persone che vivono nel barrio di Girona. Se questo libro l’avessi dovuto scrivere io, è probabile che avrei usato lo stesso stile, che sento molto vicino.
E’ un libro che ti tiene incollato alle pagine e che leggi tutto d’un fiato in poche ore (fra mattino e pomeriggio di domenica l’ho terminato senza problemi). Nell’intervista all’autrice, presente in coda al libro (non so se la troverete anche nell’edizione disponibile in libreria, come vi ho detto questa è un pre-print) vengo a sapere che in origine il libro era lungo quasi il doppio, ma è stato tagliato dalla stessa autrice di parti  e personaggi "di contorno" per non distogliere l’attenzione dalla storia principale. Beh… c’è riuscita in pieno.
Sarebbe interessante leggere i primi libri della Turbau (Il gioco dell’impiccato è il terzo, in ordine di tempo). Da leggere.