Oct 142005
 

Grande evento, codesta mattina, nel regno di Terrae Maioris!
Tornano infatti le epiche avventure del prode Morgan Leah, che già ci aveva incantato nei due primi episodi, che l’hanno visto combattere contro un masterizzatore DVD prima, e contro delle casse audio poi.
Se pensavate che le gesta del nobile Leah fossero concluse, beh… eravate in inganno…

Ecco dunque il vostro modesto narratore alle prese con una nuova avventura del prode dalla chioma fluente e dal fisico imponente, impegnato a sconfiggere oscuri oggetti che hanno deciso, per motivi inesplicabili, di non servire più i loro padroni.

Accadde un giorno che il prode Morgan Leah fosse chiamato in una bottega, dove uno strano oggetto aveva iniziato a dare segni di cedimento.
Tale oscuro oggetto era chiamato “switch”, ed in origine aveva servito il suo padrone con dedizione, dando la possibilità ai suoi servi di lavorare tutti insieme, come un’immensa famiglia, dai diversi banchi di lavoro.
Ma da qualche giorno quest’oggetto aveva deciso di lasciare i servi del suo padrone senza collegamento, rifiutandosi a volte di metterli in contatto… a volte rifiutandosi addirittura di accendersi…

Prima dell'intervento di Morgan Leah

Pigia sull’immagine per osserver meglio l’oscuro oggetto chiamato “switch”

Il padrone, come detto, si rivolse al prode Leah confidando in un suo intervento risolutore.
Leah accettò il triste incarico, sapendo in cuor suo che probabilmente poco avrebbe potuto fare per convincere lo switch a servire nuovamente il suo padrone.
Portato seco l’oggetto nella sua bottega, lo sottopose ad una serie di esperimenti, atti a verificarne il funzionamento.
Vani furono però tali procedimenti arcani.
Il prode Morgan Leah, quindi, decise di ricorrere ad un’antica (ma sempre efficace) procedura per porre fine alla sofferenza dello switch, e dargli il giusto riposo.
Si apprestò quindi ad usare uno dei suoi strumenti preferiti…

La terribile mazza di Morgan Leah

Pigia sull’immagine per osservare meglio la terribile mazza di Morgan Leah

Con il dolore nel cuore per la triste missione che doveva assolvere, il possente Leah calò un primo colpo di mazza sullo switch, onde renderlo incosciente e poter proseguire il suo operato senza timore di recare sofferenza allo switch durante, gli ultimi attimi della sua gloriosa vita.

Lo switch stava per compiere il suo ultimo viaggio...

Pigia sull’immagine per vedere meglio come il prode Leah cercava di porre fine alle sofferenze dello switch

Ridotto che era ormai all’incoscienza, il nobile Leah decise di dare l’ultimo colpo, quello fatale, allo switch… e lo fece con tutta la forza che i suoi possenti muscoli da cavaliere gli forniva.
Tremendo fu l’impatto… grande il fragore… e terribili gli effetti!
Il colpo appena assestato aveva posto definitivamente fine alle sofferenze dello switch, permettendogli di raggiungere il paradiso degli oggetti stanchi.
Vittima inconsapevole (e non voluta) dei colpi di Morgan Leah fu anche la tavola che fungeva da sostegno per lo switch, che il secondo e terribile colpo del prode spezzò letteralmente in due.

Missione è compiuta. Lo switch ha guadagnato il paradiso

Pigia sull’immagine per vedere meglio lo switch che si è guadagnato il paradiso

L’ingrata missione era compiuta, e nel cuore del nobile Leah già si faceva largo la gioia per aver posto fine alle sofferenze dello switch, ed averlo condotto in un regno dove non esistevano più conflitti e collisioni, dove le luci si accendevano tutte e non diventavano mai rosse, dove tutti i cavi erano dritti e non c’erano fili invertiti… dove regnava la pace e l’oblio…

Sep 202005
 

Raramente parlo di come passo i miei week-end (tranne quando questi non sfociano in liti furiose) ma stavolta farò un eccezione, perchè quello passato è stato uno dei migliori week-end da molto tempo a questa parte.

La “destinazione top secret” di cui parlavo alla fine è stata rivelata ieri, ed era Sulmona, in provincia de L’Aquila.
Motivo della mia visita è stato il rivedere una carissima amica che non vedevo da tanto, tanto tempo (ci siamo intravisti a febbraio, per la verità, ma solo per 10 minuti).
Partenza in treno sabato pomeriggio ed arrivo in prima serata (dopo 4 ore di viaggio, e TRE regionali). 😀
Il tempo di mangiare una pizza a casa con lei, il fratello e la ragazza del fratello, e smette di piovere, permettendoci di uscire.
Serata in un pub a ridere, chiacchierare, cazzeggiare, fare foto “buffe” (che, purtroppo per voi, non vedrete mai) e far girare cocktail a ripetizione.
Una serata spettacolare e perfetta, non potrei definirla diversamente.
Il mattino ci svegliamo con calma… colazione… giro in stazione per prenotare il treno per il ritorno, aperitivo in un bar (mentre un tenue sole faceva capolino), pranzo con la famiglia (delle persone squisite, che conosco da anni) ed il pomeriggio… PASSEGGIATA!!!

Ok… definirla semplicemente “passeggiata” è riduttivo, in quanto trattasi di “scarpinata per un sentiero di montagna” per raggiungere l’eremo di Celestino V (di cui potete vedere un ricco photoset su Flickr), e leggerne la storia al link di cui sopra.
Purtroppo il tempo (poco) regna sovrano, e sono andato via quando l’orologio non aveva ancora concluso un giro completo (solo 23 ore e 30 di permanenza, sigh…) ma con una sensazione di tranquillità e di pace che spero mi accompagni in questa lunga settimana di lavoro… 😉

www.flickr.com


Sep 192005
 

Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana.
Il sottoscritto ha passato un fine settimana eccezionale (come non ne passavo da molto tempo) e presto avrete modo di leggere quello che ho fatto/visto.
Ma… oggi voglio parlarvi (e chiedere le vostre opinioni) di una cosa che mi ha lasciato MOLTO perplesso.

Date un’occhiata alla foto qui sotto:

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Pausa?

Posto: Stazione FF.SS. di Sulmona (AQ)
Situazione: Sono le 11.05, e dobbiamo acquistare un biglietto ferroviario.
Arriviamo lì, e… troviamo il cartello che vedete in foto.
In pratica, l’UNICO impiegato allo sportello era in pausa, ed a giudicare dal tempo che è stato assente si era appena allontanato
Quindi ci siamo messi lì ed abbiamo aspettato pazientemente che il tizio “terminasse la pausa” per fare il biglietto.

Ora… non so voi… ma a me è la prima volta che succede una cosa del genere!

Cavoli… ho preso decine di treni in vita mia… fatto la coda ed acquistato biglietti in decine di stazioni diverse (comprese alcune sperdute stazioni di paesini dimenticati da Dio), ma MAI ho dovuto aspettare che l’operatore allo sportello tornasse da una pausa, perchè NORMALMENTE c’era un altro operatore che suppliva alla momentanea mancanza (oh, magari gli scappava e doveva andare in bagno, per carità!).

E se avessi dovuto prendere un treno che partiva da lì a 5 minuti?
Lo perdevo per colpa del tizio che era in pausa?
Ah… ovviamente mi sono scordato di specificare che in stazione NON è presente una macchina automatica per fare i biglietti, o ritirare eventuali biglietti acquistati via Internet (era stato infatti questo il mio primo tentativo).

Vi giuro… sono rimasto davvero “stupito” da una cosa del genere, e qui vi chiedo: è capitato qualche volta anche a voi (se si, in che stazione?) che un operatore di Trenitalia vi facesse aspettare 15 minuti davanti allo sportello perchè “era in pausa”?

Jul 122005
 

Brutta esperienza, ieri, per il sottoscritto.
Tornando dal lavoro, infatti, mi sono “scontrato” con una simpatica (si fa per dire) tromba d’aria (dopo la prima, di alcuni anni fa, che investì il mio paese, causando moltissimi danni alle abitazioni).
Se fossimo stati in America, si sarebbe chiamato tranquillamente “tornado F1”, e vi assicuro che non è stato affatto piacevole.
Fortunatamente la tromba d’aria è passata a quattro/cinque chilometri di distanza da me, ma posso assicurarvi che sulla stada si sono vissuti momenti di vero panico; TUTTE le automobili che transitavano sulla Statale 16 in quel momento si sono fermate dove potevano (piazzole di sosta, stazioni di servizio, sotto i cavalcavia), ed ho avuto qualche problema a trovare uno spazio “decente” dove fermarmi (alla fine ho “optato” per una stradina di campagna, che portava ad un’azienda agricola), e sentire il vento che faceva muovere la macchina mi ha preoccupato lievemente (mentre fuori si scatenava il finimondo).
Dopo 10 minuti sono riuscito a ripartire, ma purtroppo NON era finita, ed infatti per strada ho incontrato una tempesta fortissima (visibilità 50 metri, non di più), con grandine e detriti che volavano dappertutto.
Alcune macchine (ed un paio di camion) sono usciti di strada, ma fortunatamente sono riuscito ad arrivare illeso a casa (beh, normalmente ci metto 25 minuti per il tragitto, ieri c’ho messo 1 ora e 15 minuti).
Sotto alcune foto che ho scattato con il telefonino… quella che vedete ai bordi della strada è grandine…
A posteriori ho pensato che mi sarebbe piaciuto fotografare la tromba d’aria vera e propria, ma… in quei momenti pensavo solo a dove fermarmi per non uscire di strada o farmi portare via… 😀

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Jun 302005
 

Eccomi qui, in ufficio come sempre, a darvi le mie impressioni (assolutamente personali) sul 1° Congresso Nazionale del GL-OS dell’Ordine Avvocati di Foggia, dal titolo “Open Source nella P.A., nell’azienda, nelle libere professioni: aspetti normativi e applicativi”, che si è tenuto ieri a Foggia, nella splendida cornice del Tribunale della Dogana, Palazzo della Provincia.

Innanzitutto, devo fare i complimenti a due persone eccezionali, che ho avuto la fortuna di conoscere ieri: la prima è Francesco Celentano, organizzatore del Congresso nonchè editore di Studio Celentano, uno dei primi siti italiani ad occuparsi di Diritto Informatico. Ha organizzato tutto in maniera impeccabile, ed è riuscito a raccogliere e coordinare in questo evento una serie di “grandi nomi”, che hanno fornito spunti ed acceso discussioni molto interessanti.
La seconda persona con la quale devo complimentarmi è Marco Montemagno, giornalista e “volto” di SKY TG 24 Pianeta Internet, che ha moderato (in maniera costruttiva ed intelligente) tutto il congresso.
Mettendo da parte per un attimo le indubbie doti professionali di entrambi, spendo una riga per parlare delle “persone”: sono entrambi di una gentilezza, disponibilità e simpatia unica, ed è stato un piacere parlare con Marco di blog, blogger ed Internet.

Veniamo al Congresso vero e proprio.
Il tema principale, l’Open Source, è stato trattato e sviscerato sotto diversi aspetti, divisi in “sessioni” di un’ora e mezza circa.

La prima sessione, Open Source nella P.A. contro il digital divide ha visto giuristi ed informatici confrontarsi sull’introduzione di software Open Source nella Pubblica Amministrazione, delle difficoltà attuative che ciò comporta e della legislazione al riguardo.
Si è parlato molto di OpenOffice.org (con il coordinatore del Progetto Linguistico Italiano OOo), di riuso del software e dei benefici che potrebbe portare l’OS nella P.A.

La seconda sessione, Open Source e Software Libero in azienda: aspetti economici e sicurezza informatica ha portato avvocati e tecnici a confrontarsi sui benefici dell’Open Source in termini di sicurezza “aggiunta”, rispetto all’impiego di soluzioni proprietarie. Di particolare interesse (per me) l’intervento del Dott. Donato E. Caccavella, docente di Informatica Forense all’Università di Bologna.
Peccato per l’assenza di Gerardo Costabile, che ero molto curioso di sentire (è uno dei principali Computer Forensic Specialist in Italia).

La terza sessione (la prima del pomeriggio), Software Libero come libertà di licenza è stata indubbiamente la più interessante di tutto il congresso.
L’avv. Francesco di Ciommo (Ordinario di Informatica all’università di Pisa), l’avv. Simona Lavagnini (Business Software Alliance) e l’arch. Stefano Maffulli (Presidente sezione Italiana della Free Software Foundation Europe) si sono “dati battaglia” sugli aspetti legislativi riguardanti le licenze di software libero e software proprietario.
L’avv. Di Ciommo ha messo più volte in discussione la “convenienza” del licensing dell’Open Source rispetto al software proprietario, soffermandosi su punti “cruciali” quali l’incidenza di costi come assistenza e supporto nella processo di scelta del software Open Source.
L’arch. Maffulli ha parlato a ruota libera di Open Source e Free Software, evidenziandone differenze ed analogie, mentre l’avv. Lavagnini, esponente di BSA, ha “portato acqua” al mulino del software proprietario e delle “licenze closed”.
Ma il momento “clou” c’è stato quando Marco Montemagno ha “buttato la bomba”: i brevetti sul software.
Si è accesa una interessante discussione fra l’avv Lavagnini e l’arch. Maffulli, la prima favorevole ai brevetti sul software (ovviamente), il secondo (altrettanto ovviamente) contrario, che ha coinvolto anche il pubblico presente numeroso in sala.

La quarta ed ultima sessione, invece, Software Libero: aspetti tecnici ed applicativi è stata quella più “tecnica”, ed ha trattato in particolare Linux, le difficoltà tecniche nell’uso di alcuni software essenziali sotto questa piattaforma ed i possibili “rimedi”, e della sicurezza intrinseca della piattaforma Linux. L’avv. Stefano Mele ha inoltre fornito degli spunti rivolti alla sicurezza anche degli utenti Windows.

In ogni sessione era possibile intervenire, facendo domande ai relatori e rendendo quindi “interattiva” la sessione. Interventi “esterni” interessanti sono stati quello del vice presidente del Linux User Group di Bari, e quello di Ufficiale di Polizia Postale. Il primo ha portato la sua esperienza sui sistemi GNU-Linux, il secondo ha parlato della sua esperienza “positiva” con il software proprietario specifico per le indagini, in antitesi a quanto affermato dal dott. Caccavella (ovvero che il software per le indagini telematiche “dovrebbe” essere Open Source, per garantire la trasparenza di tutto il processo di indagine e tutelare sia chi indaga che l’indagato).

Bilancio dell’evento: assolutamente positivo.
Mi auguro che iniziative del genere vengano replicate (e magari affiancate da altre similari), perchè è interessante e “utile” avere la possibilità di sentire opinioni diverse ed autorevoli su argomenti d’attualità come l’Open Source.

Alcune foto:

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Apr 262005
 

Approfittando del tempo clemente (e decisamente caldo) di ieri, della giornata di pausa lavorativa e del desiderio espresso dalla mia ragazza, nel pomeriggio di ieri abbiamo “fatto rotta” verso San Giovanni Rotondo (mio paese natale, distante alcune decine di chilometri da dove abito), per visitare la tomba di Padre Pio (si, lo so che adesso è “San Pio”, ma non è semplice abituarsi a chiamarlo da con questo nuovo titolo) e la nuova Chiesa progettata da Renzo Piano.
Personalmente sono stato a San Giovanni Rotondo decine di volte, ed allo stesso modo ho visitato la tomba di San Pio decine di volte, ma non avevo ancora avuto modo di vedere le nuova (e maestosa) chiesa eretta in suo onore.
Quello che segue è il mio piccolo “reportage fotografico”, che spero permetta a chi non è ancora andato a San Giovanni Rotondo di dare uno sguardo ad un’opera che vale la pena vedere dal vivo.


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San Giovanni Rotondo - Statua di San Pio 1 San Giovanni Rotondo - Statua di San Pio 2

San Giovanni Rotondo - Chiesa di Santa Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo - Chiesa di Santa Maria delle Grazie - interno

La nuova chiesa di San Pio - esterno La nuova chiesa di San Pio - la croce monumentale donata dalla Regione Puglia La nuova chiesa di San Pio - particolare della facciata

La nuova chiesa di San Pio - interno La nuova chiesa di San Pio - particolare della facciata visto dall'interno Il poliambulatorio della Casa Sollievo della Sofferenza dedicato a Giovanni Paolo II

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