Jul 072006
 

Da Punto Informatico di questa mattina mi è arrivato lo spunto per parlare di un argomento spinoso, ovvero: “Blogger e censura”.
Quoto qualche riga interessante:

Singapore, censurato il blogger più famoso: il governo di Singapore, la ricca “perla dell’Oriente”, ha condannato ufficialmente la libertà d’espressione che si respira su Internet. Il ministro delle comunicazioni si è infatti accanito contro Mr. Brown, nome d’arte di Lee Kin Mun: Lee è il più noto blogger di tutta Singapore ed usa Internet per criticare l’amministrazione pubblica della città stato.

USA, controllo antiterrore sui blog: Il dipartimento scientifico dell’aeronautica statunitense, secondo il sito istituzionale Defenselink, ha finanziato un progetto di ricerca da 450mila dollari per estrapolare informazioni di intelligence in modo automatico. L’iniziativa, promossa dal dott. Brian Ulicny, si chiama Automatically Ontologically-Based Link Analysis of International Web Logs: il nome fa pensare ad un motore di ricerca semantico che, automaticamente, “impacchetta” le informazioni più rilevanti ai fini della strategia antiterrorismo statunitense.

Ma se all’estero i blogger “piangono”, non si può certo dire che in Italia possano ridere… 🙁

I blogger? Sono direttori responsabili: talvolta, certi esiti giudiziari sono più allarmanti dei fatti di cronaca che vi stanno alla base.
Tra questi, considerata la rilevanza telematica del caso, segnalo la prima (a quanto mi risulta) condanna per diffamazione a mezzo blog.
Premetto che sull’illiceità di quanto pubblicato si potrà discutere all’infinito. E siccome non sono un giudice, mi astengo da giudizi sul punto. Ognuno potrà fare le proprie considerazioni, in coscienza.
Piuttosto, come anticipato, la sentenza fissa un principio allarmante che rischia di avere applicazione futura in altre decisioni.
Il fatto è molto semplice: su un blog sono pubblicati alcuni post (e/o semplici commenti?) ritenuti diffamatori. Le persone menzionate sporgono querela e il procedimento si avvia (con tanto di perquisizione presso l’abitazione del blogger (incidentalmente un giornalista). In questi giorni arriva la motivazione della condanna.
Il punto critico della sentenza linkata, scremando tutte le questioni che non riguardano la Rete, è soltanto uno, scritto a chiare lettere dal Giudice: “Va subito detto che, essendosi provato ut supra che il M. era il soggetto che aveva la disponibilità della gestione del blog (noto con il nick di Generale Zhukov, ndr.), egli risponde ex art. 596 bis c.p., essendo la sua posizione identica ad un direttore responsabile”

In pratica: se qualche “simpaticone” scrive un commento diffamatorio sul mio blog, io in teoria dovrei cancellarlo subito, o rischierei personalmente…
Mmmm… non mi piace questa cosa, perchè sono sempre stato contrario ad ogni forma di censura, e sul mio blog ho sempre consentito a tutti di dire quello che pensano senza censure (ovviamente nel rispetto degli altri).
Forse proprio per questo finora non ho mai avuto problemi, perchè fortunatamente le (poche) persone che commentano abitualmente questo blog NON SONO fanatici facinorosi o spammer/troll dell’ultima ora (beh, ogni tanto capita anche qualche idiota del genere, è fisiologico).

Purtroppo ultimamente si sente troppo spesso di “colleghi” blogger che ricevono raccomandate e diffide per tutta una serie di motivi idioti (alcuni di questi sono realmente senza un minimo di fondamento), e sono costretti a rimuovere i contenuti incriminati (quando gli va bene) o affrontare un giudizio civile/penale (quando gli va male).

Per quanto mi riguarda, se dovessi ricevere una qualunque citazione, la valuterei bene e vedrei come risolvere la questione in maniera “amichevole”, ma contestualmente mi rivolgerei immediatamente ad un amico avvocato per tutelarmi in ogni caso (ed eventualmente far valere i miei diritti, chiedendo addirittura i danni, in caso la citazione sia palesemente infondata).

E voi… che fareste?

  10 Responses to “Tira brutta aria per i blogger…”

  1. La diffamazione è reato. Però il limite fra diffamazione e dato di fatto, in italia non è una linea dritta, ma una curva indefinita, nella quale molti camminato in modalità lineare, ritrovandosi in un tragitto sempre uguale che ora è illegalità, ora è legalità, ora è non si sa cosa…

    La sola mancanza della certezza del diritto, già mette in difficoltà il blogger. Magari questo non è un’avvocato, ma nemmeno un ignorante, e ciò nonostante diventa difficile capire se una cosa scritta (da lui o non da lui) possa essere diffamatoria o meno.

    A questa incertezza del diritto, che si aggiunge? Il fatto che il blogger è responsabile della diffamazione improntata da altrui…
    E siamo con le cose all’italiana! Dato che è difficile trovare il commentatore, mi scaglio contro il blogger, che becco in un minuto.

    Avrei anche potuto capire una responsabilità oggettiva, calmirata con mille attenuanti, ma non una diretta, e sicuramente NON alla stregua di un capo redattore che è ex lege direttamente responsabile dei contenuti, perchè il suo lavoro è approvarli preventivamente.

    TUTTI i nostri blog hanno una feature con la quale si logga IP, data e ora del commento… Io passo questo alle autorità e loro beccano il pc incriminato. Con queste tre info c’è la certezza di beccare la linea incriminata…
    Ma sarebbe una cosa *noiosa* da fare. Meglio fare un whois e beccare in diretto l’indirizzo di un blogger, vero?!

    In Italia la giustizia è approssimativa. Non si hanno regole certe, non si cercano I colpevoli, ma DEI colpevoli…

  2. sinceramente finora sono sempre stata al riparo dai troll, poi se mi rompo li cazzio tutti come spam (god bless akismet) e se ci rifanno tolgo i commenti. :mrgreen:

  3. Molto semplice.
    Cancellerei il post, non ho tempo, denaro, voglia di intraprendere una via legale per difendere una libertà che non esiste, che può essere piegata da chi ha più denaro e potere di te.
    Qui non siamo in Cina dove ci sono degli EROI (e lo dico sul serio) che hanno il coraggio di rischiare la vita per difendere le proprie idee. Qui siamo in Italia, dove un bloggher citato fà pochissima notizia e non smuove nessun animo. Ricordiamoci che per quanto le persone dicano di starti vicino, davanti a un giudice sei da solo.
    Aggiungo anche che ho troppo da perdere

  4. Come in tutte le cose, per poter giudicare, ci vorrebbe competenza specifica e buon senso. Mi pare che in questa occasione il giudice abbia peccato et di ignoranza et di protagonismo. 😥

  5. Il bello di non essere molto letti è che a certe cose manco ci pensi e ti dirò io proprio non ci penso manca solo preoccuparmi di sta cosa ipotetica futura quasiimpossibile 😉

  6. Se notassi un commento contenente una qualche forma di diffamazione o di lesione di diritti di terzi, lo cancellerei immediatamente prima ancora che qualche avvocato possa farmene richiesta. D’altronde questa cosa è chiara anche sul disclaimer del mio blog e non vedo dove sia il problema. La libertà di parola è tale finché non limita la libertà degli altri. Se poi mi venisse contestato un contenuto o un commento che è diffamatorio solo secondo un’interpretazione di parte e non oggettivamente, allora chiederei il parere di un legale e probabilmente combatterei e mi difenderei.

  7. Beh… Sinceramente io cancellerei i post diffamatori… Credo che ogni blogger serio e dotato di buon senso, cancellerebbe ogni cosa che potrebbe nuocere nel rispetto delle altre persone.

    Se poi avvengono storie per una determinata frase scritta in un ambiente avulso dalla realta’ quale è Internet, sono convinto che devono nascere e devono necessariamente morire sempre nell’ambito della virtualita’.
    Infatti non mi va che il virtuale vada a interferire nella realta’ costringendomi a andare da legali o da essere querelati o diffamati o altro ancora.

    E internet è un Dono che l’intelligenza umana ci ha dato. Cerchiamo di farne buon uso.

  8. Io sono per lasciare liberi i commenti il più possibile (nei limiti). Resta il fatto che non sapere quale sia con certezza il colpevole mi lascia un po’ perplesso … 🙁

  9. il commento non sarebbe mai apparso, visto che tanto io blocco tutto e verifico prima di accettarlo.
    Al limite mi becco del cialtrone, ma lascio a tutti il diritto di diffamarmi (basta che non lo facciano sempre allo stesso modo 🙂 )

  10. Il precedente Governo, voleva proporre una legge che avrebbe obbligato tutti -e sottolineo tutti-, i webmaster e/o i titolari, a nominare per i siti da loro gestiti, un direttore responsabile; ma non solo, si voleva anche che oltre all’obbligo di inviare alle biblioteche centrali tutti i contenuti dei siti (problema che è stato risolto dalla biblioteca di Firenze in quanto questo obbligo esiste a seguito dell’entrata in vigore della legge Urbani con un crawler che provvede automaticamente a registrare su server i contenuti di tutti i siti senza vedersi intasare la buca delle lettere con buste piene di cd), la registrazione presso il Tribunale competente per territorio del sito, anche se si trattava di un semplice blog, in sostanza il blog diventava una testa giornalistica a tutti gli effetti.
    Speriamo che il ministro blogger Gentiloni provveda a legiferare per impedire che in futuro si arrivi a queste uscite.
    Per quanto riguarda la diffamazione: rimane sempre un reato che può essere commesso anche da un commentatore, ma a risponderne è il titolare del sito che però se ha in mano delle prove concrete di ciò che viene affermato e considerato diffamatorio, può anche uscirne bene, dipende sempre dall’avvocato che ti difende, perchè in una lite puoi anche aver ragione, ma se ti fai difendere da un avvocato “timido” diventi il colpevole di tutti i mali del mondo.

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