Aug 222007
 

No, non sono tornato a vivere una "Seconda Vita" sotto forma di ricco banchiere con yacht e villa a Montecarlo (purtroppo) 😛

Clicca sulle immagini per ingrandirle

giovy_sl_001.jpg 

Eccomi qui… questo sono io, in Second Life (ed alle mie spalle potete scorgere il mio "mentore" in SL, il mitico Giuseppe Granieri a cui va il merito di avermi fatto riscoprire questo mondo). 😛

Second Life, per chi non lo sapesse, è il mondo virtuale creato dai Linden Labs e che attualmente conta qualcosa come oltre 9 milioni di iscritti (non tutti però sono parte attiva). Mi iscrissi a SL molto tempo fa ma… dopo averci giocato per ben 2 minuti, lo abbandonai subito in quanto troppo "incasinato" per me (che non ero neanche riuscito ad uscire dall’area di benvenuto).

Poi… un bel giorno… in Twitter se ne arriva Giuseppe e mi invita a tornare su SL…
Sinceramente un po’ riluttante, mi lascio convincere insieme a qualche altro amico (specie la "gang potentina" capitanata proprio da Giuseppe) a tornare in questo mondo virtuale e sempre grazie a lui inizio a muovere i primi passi "veri", riuscendo ad uscire dall’area di apprendimento e raggiungere la Main Land.

Immediatamente viene creato il gruppo Italian Bloggers Syndicate (ad ingresso libero, tutti i bloggers italiani in Second Life possono iscriversi e… ricevere in omaggio la maglietta ufficiale!) e iniziano vere e proprie "lezioni" via Skype (seguite da un folto gruppo di curiosi) su come muoversi in SL, creare oggetti, guadagnare qualche Linden Dollars (la moneta ufficiale di Second Life, che ha un cambio vero con i dollari USA e che può essere cambiata in dollari reali), fare shopping a costo zero per avere un guardaroba decente…

Per fare esperienza apriamo anche dei test shop in una delle tante isole di SL, pensando in futuro a come impostare la cosa in modo diverso.
Eh già… perchè Second Life, se non si ha un "obbiettivo" e degli amici, rischia di venire a noia dopo poche ore; condividendo interessi, creando oggetti (a proposito: la maglietta che vedete nella foto sopra ed in quella sotto è stata creata appositamente per il sottoscritto proprio da gg) per poi venderli  o regalarli alla moltitudine di utenti che quotidianamente gira in questo mondo.

Inutile dire che su Second Life il sesso la fa da padrone, con night club, escort, luoghi alquanto "bizzarri" e via dicendo ma… beh, non di solo sesso vive l’uomo (e la donna). E’ proprio l’aspetto sociologico di Second Life ad essere interessante; a tal riguardo ripenso a quello che diceva Giuseppe in una delle prime chat sulle caratteristiche che una piattaforma di questo tipo dovrebbe avere, ovvero:

  • capacità di acquisire consenso etico da parte degli early adopter
  • capacità tecnologica in grado di solleticare i geek (fornendogli stumenti per espandere e modificare le loro attività digitali)
  • motivazione (per andare oltre il semplice concetto di intrattenimento)

Sempre secondo Giuseppe, infatti, è proprio il darsi un obbiettivo che ti cambi completamente la percezione del gioco, rispetto allo girare senza meta.
Costruire uno shop, organizzarsi con gli amici e fondare un club di scacchi, creare un punto di aggregazione che vada oltre l’intrattenimento; sono questi alcuni degli obbiettivi che un utente "motivato"di Second Life potrebbe avere.

giovy_sl_002.jpg

Qui sopra, ad esempio, sto "facendo il barman", per puro diletto e senza servire alcunchè ma… solo per non stare seduto tutto il giorno (e mi pagano pure per farlo, eh!) 😀

Considerazioni di Giovy: quando mi iscrissi a Second Life pensavo fosse solo un passatempo (e per moltissimi è realmente solo questo) ma… girandoci ho scoperto che si può andare ben oltre lo svago e "creare qualcosa dal nulla" che possa servire alla comunità. Mettendo da parte le cazzate come farci comizi o concerti (per carità, liberissimi di farli, eh!), la capacità di aggregazione sociale di SL è come quella che hanno i forum o i newsgroup, con la differenza che qui si va oltre il semplice testo scritto utilizzando un "io digitale" (rappresentato dagli avatar) che può interagire con gli altri.

Appello: se siete blogger italiani, se ogni tanto vi trovate in Second Life e vi va di fare due chiacchiere e magari andare oltre il semplice cazzeggio pensando a qualcosa di costruttivo da fare insieme, cercate il gruppo "Italian Bloggers Syndicate" ed iscrivetevi.

  28 Responses to “My Second Life”

  1. Hai dimenticato di dire che occorre anche avere molto tempo libero e che vale la pena di usarlo solo se non si hanno altri mezzi per ottenere quello che si cerca in second life.

    Per curiosità quanto ti pagano per fare il barman (in lindendollar e in dollari reali)?

  2. Cavolo come sei muscoloso 😛

    Cmq a me Second Life non piace e non piacerà mai. Anche perché la Linden secondo me tra un po’ va in fallimento

  3. carina la cosa! devo svuotare un pò il mio hardisk però prima di tornare su Second Life.
    L’ultima volta non riuscivo nemmeno a far partire il programma che mi andava in bomba!
    ;D

  4. @ Mucio: vedo che hai proprio capito in pieno quello che ho detto… 😀
    In SL uno ci mette il tempo che ha a disposizione, a meno che non abbia intenzione di fare di SL la sua attività primaria e guadagnare esclusivamente tramite questo.
    E NO, non è vero che vale la pena usarlo solo se non si hanno altri mezzi per ottenere quello che si cerca in REAL life, la tua è la tipica affermazione superficiale che avrei fatto anch’io prima di conoscerne realmente le potenzialità.
    Per quanto mi pagano: una sciocchezza (2 linden dollar ogni 15 minuti) ma è la stessa somma che pagano anche a chi sta semplicemente seduto dall’altra parte del bancone.

    @ Napolux: mah… se Linden fallirà, ci sarà sicuramente un nuovo player che creerà qualcosa di ancora più interessante, forte degli errori commessi in passato da altri.

    @ HelenaRed: si, è molto carino… e richiede un po’ di risorse hardware per girare al meglio… 😛
    Dai, se vieni su SL, ti aspettiamo nel gruppo! 🙂

  5. Non so, se devo fare due chiacchiere su qualche argomento preferisco qualcosa che mi richiede meno attenzione, come un forum o una chat.

    Sinceramente, per perdere un po’ di tempo, tra un SecondLife e un World of warcraft preferisco il secondo, almeno lì ho una grafica decente e posso picchiare un po’ di gente.

    Se voglio parlare con qualcuno posso usare altri strumenti, se voglio guadagnare dei soldi ho il mio lavoro o impegnarmi in altre cose che mi permettono di guadagnare di più e sprecando meno tempo.

    Ti pare possibile che per capire cosa e come lo puoi fare ci vuole qualcuno che ti spieghi il tutto?

    Finchè non basterà mettere gli occhiali 3d e due powerglove (per non parlare di quando esisterà qualcosa di simile al ponte ologrammi) secondlife sarà sarà solo una masturbazione mentale da nerd e i nerd li trovo tremendamente noiosi.

  6. avete letto l’articolo su Wired di questo mese? annunciano la “morte” di Second Life in quanto sempre perennemente deserto…o almeno sta calando di molto l’interesse delle aziende…
    Anche io che mi ero registrato per aprire una versione del mio
    ristorante Burde per un pò di promozione, ci ho rinunciato anche perchè pur contattando decine di sedicenti aziende che fanno consulenza su SL nessuna mi ha risposto con un preventivo!!!
    Cmq da qualche parte ho letto che forse SL non morirà come vogliono molti invidiosi ma forse sarà UNO dei tanti mondi 3d che popoleranno la rete del futuro.

  7. L’avatar di Granieri ha i capelli!!!

    sono sconvolto 🙂

  8. Non vi entro mai,anzi..credo di esserci entrato una sola volta anche per le prestazioni scarse della mia macchina che non ha tutt’ora una scheda grafica decente. In ogni modo cercherò il gruppo e prima che “muoia” secondo molti cercherò di esplorare questo mondo virtuale e capire a cosa può veramente servire,oltre all’entertainment,of course.

  9. ah, ti sei comprato tutti i muscoli che non potrai mai avere IRL? 😀

  10. Per quanto mi riguarda lo ritengo un enorme bluff.
    Innanzitutto i dati non sono esaurienti: si parla di si e no 50000 frequentatori, il che ne fanno un fenomeno quanto meno di dimensioni di nicchia.
    Il bacino di affare si sta colando a picco per una semplice legge di mercato: se l’offerta cresce a dismisura e la richiesta cala si chiude baracca.

    Ma questo mi interessa relativamente.
    Seguo questa vicenda per motivi di lavoro da un paio d’anni e onestamente ci ho visto del marcio da subito.
    Prima di tutto in quanto il sistema di marketing con cui la cosa è stata lanciata mi sembra tuttora abbastanza ingenuo e banalotto- stile “il film più visto in america!! in calce a tutti i film usciti” -, il che ha prodotto la sostanziale esigenza di esserci per i media, evidentemente esigenza non sostenuta dalla reale soddisfazione di un bisogno o dall’innesto di un’innovazione culturale quale si voglia. Anzi. Se è possibile dedurre qualcosa di significativo dalla breve vita/morte di questo prodotto sul mercato – che di questo si tratta e di qualcos’altro- sono alcuni elementi di regresso sociale e politico: il primo, la restaurazione di quell’equivoco semantico che è il termine “virtuale”, lo sbrodolamento di infondatezze speculative sull’avatar e l’identità, l’approssimazione indegna di ciarlatani alla revenge della soggettività presunta in un contesto falsamente paritario; il secondo, ben più grave è di carattere economico e temo richieda qualche parola in più.
    Trattasi di violazione di un principio basilare dell’economia: non si può vendere il vuoto perchè produrre il vuoto non crea lavoro e dunque non crea ricchezza, e quindi il mercato deve ricorrere altrove per trovare riserve d’attingere. Possiamo pigliarci in giro secoli col fatto che una tshirt in orripilante 3d possa costare un investimento creativo, anche una palazzina di caccole lo richiede ma non ci metti a vivere delle famiglie. Le riserve cui second life attinge burlandosi dell’ordinale di cui gigionante si fregia sono quelle delle tasche di chi ci spende denaro offrendo paradossali metacontenuti. Si perchè sostanzialmente di contenuti non si può parlare, in quanto l’oggetto del vendere e del comprare principale è lo spazio. I dollaroni non si fanno con tizio che si fa il club dei mangiatori di Pongo, o di caio che si sollazza soltanto se indossa una tutina da elefante, bensì con le grandi aziende allettate dall’investimento pubblicitario, ergo dalla presenza di un’utenza attiva. Niente di più falso: SL non solo esige pc e banda non popolari – e il mercato è popolare, ha bisogno dei grandi numeri-, ma si presenta come uno spazio così sterminato che ogni parola è na goccia nel mare. e l’utente medio sembrerà un cretino ma non ha sempre voglia di congiungersi in associazioni o raccattare il guru di turno perchè lo corrobori nel suo vendere tempo libero. Si dirà , ma in fin dei conti non stiamo aprlando del web, anche se in altra salsa? Infatti. Stiamo parlando di web quindi, o di una forte analogia. I linden $ sono la chiave per interpretare SL senza faciloneria.
    L’idea di commercializzare il nulla va tuttavia ampiamente celebrata: perchè qualcuno, sulla scia della magniloquenza mediatica che ha gestito più o meno lobbysticamente la valorizzazione dell’oggetto, ci ha fatto un bel po’ di soldi. Ma voglio addrizzare il tiro prima di chiudere questo discorso, ammetto, da bar: non si può trattare di “nulla” come non si tratta di avatar. Ci sono macchine a reggere il tutto, ci sono numeri e ci sono calcoli. Ci sono poi le persone e la loro etica: chi assolve il drago perchè non lo può combattere, chi costruisce attraverso le public relation piramidi di sorrisi grati, chi in fin dei conti si diverte e basta e per questo si inginocchia prega e ringrazia.
    Chiedo scusa per la lunghezza; il tuo post mi era piaciuto perchè molto onesto e trasparente. Ho cercato di dare il mio veloce contributo al confronto, e mi scuso per la velocità delle argomentazioni.. sarei al lavoro 🙂
    Saluti!

    A.

  11. Chiedo scusa per i tanti refusi.. la fretta ha reso un testo imbarazzante.. 😳

    A.

  12. Che bello… dire che io ieri notte sono entrato per la prima volta…. dove ti trovo? anche se visti gli orari che ho io è difficile….. 😉

  13. Ciao Giovy eheheh il tuo avatar è gay!!!! hihihi come l’hai conciato… poi con quel pantalone strettissimo alla vita… io ero molto più bona 😀

    AAHHAHAH vedi foto:
    http://www.traffyk.com/blog/wp-content/uploads/Sexy/secondlife-postcard0.jpg

  14. Strano questo post visto che tutto il mondo, informatico e non, ultimamente non fa che denigrare Second Life per un motivo o per l’altro. Personalmente mi ha sembre affascinato anche se non ho mai avuto tempo da investirci (se non una mezza volta, ma poi ho mollato). Quello che non ho capito è se tutta la coalizione dei media, anche quelli tradizionali, contro SL sia un tentativo di discredito collettivo, dettato dalla moda o da una volontà oscura, oppure l’universo Linden stia effettivamente cadendo a pezzi.
    saluti

  15. ho paura di scaricare second life…la cosa mi potrebbe piacere…

  16. @Eio, se per questo anche il mio ha una folta chioma… 🙂

  17. Ciao a tutti,
    premettendo che non ho mai provato second life e che non sono sicuramente uno dei suoi sostenitori, volevo soltanto rispondere al commento di Antonio e precisamente riguardo a questa frase “non si può vendere il vuoto perchè produrre il vuoto non crea lavoro e dunque non crea ricchezza”. Riguardo a questa affermazione, ti consiglio di fare qualche ripetizione di economia. Con la New Economy infatti si vende tutti i giorni il vuoto: puoi fondare una società per azioni e per merito tuo e delle tue parole, della tua capacità di persuasione puoi convincere un gruppo di potenziali investitori che la tua Società produrrà questo quello e quell’altro. In base a questo convincimento e alla fiducia che essi ripongono nel tuo operato investiranno nella tua società comprando azioni e facendo lievitare il loro valore sul mercato senza però che questa società abbia prodotto alcunchè. Inoltre tutti i giorni si muove il mercato dei futures, i quali altro non sono che la previsione del valore di un titolo ad esempio da qui a 3 mesi. Ma in realtà il possessore di futures non è proprietario di azioni, nè quindi azionista di una società , ma possiede solo un titolo che è una previsione di valore per le azioni della società X da qui a 3 mesi, ad esempio. Quindi alla fine di tutto è il proprietario di aria.
    Se invece vuoi dire che questa è una frode, una truffa, allora in questo caso posso essere d’accordo, come d’altronde lo è anche il mercato azionario in fin dei conti. Un esempio di tipo tecnologico ti viene da Amazon: sebbene perdesse milioni di dollari l’anno per acquisire i suoi libri, guadagnava in borsa altrettanti milioni poichè per gli investitori era un progetto produttivo. Ma il guadagno era solo generato dalla fiducia degli azionisti, non da vendite effettivamente realizzate. Detto questo vi saluto e mi scuso per la prolissità.

  18. “Se invece vuoi dire che questa è una frode, una truffa, allora in questo caso posso essere d’accordo, come d’altronde lo è anche il mercato azionario in fin dei conti. Un esempio di tipo tecnologico ti viene da Amazon: sebbene perdesse milioni di dollari l’anno per acquisire i suoi libri, guadagnava in borsa altrettanti milioni poichè per gli investitori era un progetto produttivo. Ma il guadagno era solo generato dalla fiducia degli azionisti, non da vendite effettivamente realizzate. Detto questo vi saluto e mi scuso per la prolissità.”

    ci siamo intesi.

    quello che dico è alla base delle valutazioni sul capitalismo di qualsivoglia studioso: esiste quel che tu dici, un valore non dato dalla “produzione”, ed è sostanzialmente il capitale intellettuale, afferente al simbolico e quindi al culturale. e in questo senso si interpreta per cultuale il mercato stesso delle futures che come ben dici si realizzano sulla base di un’idea e della capacità di persuadere a quell’idea.

    Ma accade quel che tu dici: che esiste una profonda discrasia tra il valore simbolico che la “merce/vuoto” raggiunge e la liceità di una simile affermazione, perchè spesso non fondata su previsioni sic et simpliciter bensì da previsioni funzionali al paradossale accrescimento del valore stesso.
    Così il vuoto non è solo vuoto: ma vuoto sovrastimato.

    Nel caso di SL il vuoto è talmente sovrastimato da esser collassato in tempi assai brevi. niente di straordinario.

    A.

  19. […] anche Simone, ma in quel periodo non avevo tempo, per cui ho lasciato correre. Poi ieri ho letto il post di Giovy, sul gruppo Italian Bloggers Syndicate, e sono capitolata! Insomma, in un momento di pausa dalla […]

  20. Io sono registrato, se mi dai una mano-guida magari vengo anche io nel giro, e imparo un po’ ad usarlo 😉

  21. Ciao vorrei iscrivermi a SL.. magari se mi dai qualche consiglio

  22. Ma l’url del Italian Bloggers Syndicate qual’è ?

  23. […] po’ di tempo fa vi parlai per la prima volta di Second Life (da poco ri-scoperta dal sottoscritto) e qualche giorno fa del lancio della prima offerta di […]

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