Apr 042006
 

Stamattina avevo in mente di scrivere un post su tutt’altri argomenti (poco male, ve lo sorbirete domani… 😀 ), ma un articolo su EIRE pronunciation key mi ha fatto cambiare idea.
L’articolo cita un pezzo del Corriere della Sera, che pubblica una lettera ricevuta da Bono, il leader degli U2.
In questa lettera Bono si lamenta esplicitamente di essere stato “sfruttato” dal premier Berlusconi nel suo opuscoletto pubblicitario, inviato come spam (in quanto non richiesto) a spese degli italiani a moltissime famiglie (ne ha parlato .mau., che l’ha ricevuto suo malgrado).
L’opuscolo (o brochure) in questione si chiama “La Vera Storia Italiana”, dove di storico non c’è nulla, ma è solo un calderone fumante di tutte le sciocchezze che il sig. Berlusconi cerca di far passare per buone agli italiani.
Una di queste è proprio quella sugli aiuti ai paesi poveri, che sfrutta l’immagine di Bono accostandola alla didascalia “La star irlandese è grata al Primo Ministro per le azioni intraprese dall’Italia nei confronti dei paesi poveri”.
Beh… inutile dirvi che la star irlandese NON è affatto grata al sig. Berlusconi e l’ha detto CHIARAMENTE ed esplicitamente, a mezzo lettera firmata pubblicata su un quotidiano a tiratura nazionale. Afferma inoltre che nel campo degli aiuti al terzo mondo l’Italia è all’ultimo posto.

Quello che segue è il testo della lettera di Bono (dall’articolo del Corriere):

Mr Berlusconi, per quanto lusingato possa sentirmi nel comparire nella Sua brochure, mi sento anche un po’ sfruttato. Le scrivo per cercare di precisare la posizione mia e del Suo governo riguardo i Paesi più poveri e quello che tutti noi potremmo ancora fare per aiutarli. A pagina 79 sono ritratto al telefono mentre mi congratulo con Lei per «le attività promosse dal Governo italiano in aiuto dei Paesi poveri».
Ricordo una nostra conversazione in cui Lei si impegnava a sostenere e a implementare le decisioni del G8 per la cancellazione del debito dei Paesi che necessitavano di quel denaro per la salute e l’istruzione dei loro cittadini più bisognosi. La campagna per la cancellazione del debito, lanciata da Giovanni Paolo II unitamente ad altri, è stata uno dei grandi movimenti degli ultimi 50 anni e sono felice di poter constatare che, malgrado tutte le carenze nella realizzazione, circa 290 milioni di persone ora hanno una speranza. Il denaro proveniente dalla cancellazione del debito sta già portando grandi cambiamenti: in Uganda il numero di bambini che frequentano la scuola è quasi triplicato; in Tanzania è raddoppiato e in Mozambico milioni di bambini sono stati vaccinati.
La cancellazione del debito, tuttavia, non risolve i problemi di quel miliardo di persone che vivono con un dollaro al giorno. È solo un inizio. Per sradicare veramente la povertà estrema è necessario un approccio più completo su più fronti. È necessario intervenire sugli squilibri commerciali; occorre garantire l’accesso a farmaci meno costosi per combattere l’Aids, la più grave crisi sanitaria degli ultimi 600 anni (6500 decessi e 9000 nuovi casi al giorno in Africa). La malaria, malattia mortale causata dalla puntura di zanzara (in Africa 3000 decessi al giorno, soprattutto bambini), è oggi un problema di facile soluzione. Nella regione del Lubombo, in Africa meridionale, gli aiuti del Global Fund, a sostegno delle misure governative locali, riscuotono successo nella lotta contro questa malattia. Ora occorre estendere iniziative di questo genere all’intero continente.
Queste persone muoiono per il motivo più stupido, Signor Presidente. Muoiono per mancanza di denaro. Tragicamente, negli ultimi anni sotto questo governo, l’Italia è diventata l’ultima della classe tra le 22 nazioni più ricche del mondo, per la spesa pro capite a favore del Terzo Mondo. So che gli italiani non gradiscono arrivare ultimi. E di certo non piace nemmeno a Lei, Signor Presidente. Questa non è l’Italia che conosco e che amo. Gli italiani sono il popolo più generoso che io abbia mai conosciuto; come pubblico, come amici, sanno essere calorosi e generosi come nessun altro. C’è un accordo, firmato al G8 a Gleneagles, in Scozia, che stabilisce un’inversione di rotta in questo mare di indifferenza (non parlo solo dell’ indifferenza dell’Italia, ma di quella del mondo intero): l’Europa ha promesso di aumentare gli aiuti ai Paesi poveri fino allo 0,5% del Pil entro il 2010 e allo 0,7% entro il 2015, cioè meno di 1 centesimo per ogni euro, in dieci anni. Per l’Italia significherebbe più che raddoppiare l’attuale entità degli aiuti entro il 2010. In questo modo milioni di vite saranno salve. La Sua firma, accanto a quelle di Chirac, Blair e Bush appare su quel comunicato dello scorso anno.
Se l’impegno è reale e la Sua firma attendibile, allora il mondo vuole capire come l’Italia intende raggiungere questo obiettivo. Sarei profondamente onorato di vedere il mio nome nel manifesto di un leader con programmi chiari per mantenere le sue promesse fatte ai Paesi più poveri. Per ora Lei non ha offerto nessun chiarimento, anche se fortunatamente c’è ancora tempo. In mancanza di programmi chiari, queste restano promesse vane. E mentre per me questo è solo un dispiacere, per le persone che io e tanti altri sosteniamo, è una questione di vita o di morte. In attesa di una Sua cortese risposta,
Bono

Il messaggio di Bono è chiaro: “Mr. Berlusconi, ha detto solo un sacco di cazzate, per farsi bello agli occhi degli italiani, visto che fino ad ora non ha fatto niente di tutto ciò”.
E’ semplice (fino a che non si viene scoperti) prendere per il culo gli italiani, millantando amicizie, impegni e grandi numeri.
Basta però che qualcuno (nello specifico Bono) abbia il coraggio di prendere posizione e rispondere punto per punto, ed ecco che tutti i nodi vengono al pettine, e le cazzate si sciolgono come neve al sole.
Ovviamente le cazzate dette sono molte di più, e l’ultima (incredibilmente grossa) riguarda l’abolizione dell’ICI, annunciata come la Carrà annuncerebbe un parente che non si vede da decenni, nel suo spettacolo “Carramba che sorpresa!”.

Non facciamoci prendere per il culo, nè da una parte nè dell’altra (mi riferisco anche alle cazzate dette da Prodi, perchè sicuramente anche lui ne ha dette), e cerchiamo TUTTI di capire quanto di quello che ci viene detto è plausibile, e quanto invece pura demagogia elettorale.

  9 Responses to “Sono io “di parte” o gli altri ciechi?”

  1. Giovy, ma ti credi che uno che ha avuto la faccia tosta di estrarre dal cilindro, una settimana prima delle votazioni, la promessa dell’abolizione dell’ICI nel caso in cui venisse rieletto abbia ancora stima degli italiani?

    Ormai, prenderci per il culo è il suo sport preferito! Io non gliene faccio una colpa, lui tira l’acqua al suo mulino. Colpevolizzo invece quelli di noi italiani che hanno ancora il coraggio (l’ignoranza e/o l’interesse?) di credere ai suoi sproloqui.

    Sveglia Italia! Non continuiamo ancora oggi, benché sian passati più di 60 anni, a dare ragione a chi, durante il ventennio, ci apostrofò con l’appellativo di “popolo bue”!

    Non siamo buoi, abbiamo un’inteligenza sviluppata. Ora non ci resta che usarla quando andremo alle urne!

  2. uno che ha avuto la faccia tosta di estrarre dal cilindro, una settimana prima delle votazioni, la promessa dell’abolizione dell’ICI nel caso in cui venisse rieletto abbia ancora stima degli italiani?

    Ovviamente una promessa impossibile da mantenere. Persino a detta dei Sindaci… 🙄

  3. eheheh, oramai siamo tutti dei coglioni 😀

  4. da imprenditore… sto dalla parte degli imprenditori, logico, tanto la controparte, non sarebbe meglio visto che ha amministrato 5 anni prima di Berlusconi con ben 8 governi. La sinistra vuole, instradare nuove tasse, lo fece Prodi con l’Irap, che voi non pagate, ma noi su di Voi (parlo per chi è dipendente SI)… lo rifarà Bertinotti, visto che Prodi è un fuffolo nelle sue mani, controllando a tappeto le aziende italiane.
    Quello che dico è, abbassiamo realmente le tasse, destra o sinistra che sia, incentiviamo l’assunzione e la spesa, pubblica e privata, mandiamo avanti il vero motore dell’Italia, le aziende che fanno corpo unico con i loro operai….ma soprattutto… lasciateci lavorare e non controllateci ogni 5 minuti!

  5. La lettera di Bono ha diverse interpretazioni. Dice chiaramente che Berlusconi ha firmato un documento scritto in cui si attesta che l’Italia insieme alle grandi d’Europa farà certe cose entro una data che ancora deve venire. Quindi è un contratto, fatto con l’Europa. Si deve mantenere per forza, non è una promessa elettorale. Quindi merito a Berlusconi in questo caso, che ha firmato a nome dell’Italia. Bono ricorda semplicemente quell’impegno a Berlusconi. Berlusconi si vanta di averlo firmato. Perchè giudicare prima? Sinceramente non ti capisco….

  6. @ Arcadi: bravo, bravo… come se stare dalla parte “degli imprenditori” ti potesse salvare dall’inculata…
    Ahi ahi… come VI vedo male… 😛

    @ Samuele: ti conviene rileggere la lettera di Bono, perchè mi sa che ti sei perso qualche passaggio. 😉
    Un contratto con l’Europa? LOL! Ma chi te l’ha detta sta cosa? E poi… sulla brochure pubblicataria lui dice che l’ha già fatto, e Bono gli risponde: “NON è vero”.
    Rileggi meglio… c’è poco da interpretare, è tutto molto chiaro… compresa l’indignazione di Bono per lo sfruttamento della sua immagine a fini pubblicitari, affermando il falso.

  7. Purtroppo i vari impegni lavorativi mi avevano fatto perdere la querelle (e anche il post del collega blogosferico… 😉 )
    Devo dire che da appassionato di U2 l’interpretazione che posso darne è che come altre volte in passato, un leader politico ha cercato di sfruttare l’immagine di Bono “portavoce umanitario”. La tristezza in tutto questo è che purtroppo la realtà è tristemente un’altra e passa per il totale abbattimento da parte dello Stato Italiano degli aiuti ai Paesi del Terzo mondo. Per converso gli aiuti alle politiche estere guerrafondaie degli “amici” non sono mai venute a mancare

    Invernomuto

  8. Questo post e’ veramente interessante … Mi era sfuggita la risposta di Bono.

  9. Mi sa che bono non lo sa, com’è veramente essere sfruttati!

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